LA BUSSOLA D’ORO Regia di: Chris Weitz Ormai, nel cinema fantasy, non si può fare a meno di ragionare almeno per trilogie. "Il signore degli anelli" ha aperto la via, "Harry Potter" ha allargato il numero di puntate e ora si attendono le nuove "Cronache di Narnia". Un altro "multiplo" è atteso a partire da "La bussola d’oro", che porta sullo schermo la trilogia "His dark materials", di Philip Pullman, considerata la più ricca e ben scritta dopo quella di Tolkien. Di questa versione cinematografica, spicca soprattutto la ricchezza della messinscena, che non nasconde una spesa stimata a 180 milioni di dollari. Tanto ci è voluto per mettere in scena un mondo estremamente fantasioso, eppure non troppo distante dal nostro, mix di passato e futuro, con un look da tardo Ottocento, ma anche macchine volanti, orsi polari che parlano come umani e anime concretizzate in forma di animaletti , i "demoni", che accompagnano ogni essere umano e sono strettamente connessi l’un l’altro. La storia di "La bussola d’oro" è quella di Lyra, una dodicenne che vive senza i genitori, sotto la tutela di uno zio, professore in un college inglese. Nel tentativo di trovare un amichetto scomparso misteriosamente, la bambina intraprende un lungo viaggio che coinvolge lo zio esploratore e una certa signora Coulter, potente donna del college, che mostra un interesse sospetto per Lyra. Il percorso porterà la bambina a scoprire l’animo maligno della donna, l’esistenza di popoli nascosti, ma anche di orsi bardati per il combattimento e streghe che volano su astronavi "vintage". |
Per portare sullo schermo questo universo sono stati usati circa 1.100 effetti, con risultati in alcuni momenti veramente sorprendenti. Il difficile, però, non era solo nella trasposizione visiva, ma anche in quella degli stimoli filosofici e degli intrighi drammatici contenuti nel testo di ispirazione. Qui, l’operazione mostra limiti piuttosto classici e quasi inevitabili, con semplificazioni forzate della storia, personaggi che perdono sfumature anche importanti e uno spazio privilegiato per le scene di battaglia. Un esempio di semplificazione è il ruolo del Magisterium, autorità paternalistica del mondo di Lyra, che nel libro fa inequivocabilmente pensare a una chiesa (e la cosa aveva fatto irritare i cattolici), mentre nel film non ci sono riferimenti religiosi. Rispetto ai citati film fantasy di grande successo di questi ultimi anni, "La bussola d’oro" appare più ricco e complesso, con riferimenti spesso intellettuali e non semplicemente emotivi. Grandezza e limiti dell’operazione si intersecano e si equivalgono, in un’opera comunque di indubbio fascino. PER : Se si portano i bambini, occorre prepararsi a molte domande e spiegazioni non sempre agevoli.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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