|
21-A VOLTE LA FORTUNA E’ SOLO QUESTIONE DI LOGICA Regia di: Robert Luketic Prendete la serie "Ocean’ eleven" e mixatela con gli sparuti esempi di film che avevano per protagonisti pirati del computer (tipo "Hackers" o "I signori della truffa". Togliete gli aspetti manifestamente illegale e avrete lo spunto di "21", quarto film di Robert Luketic, già regista dei non memorabili "La rivincita delle bionde" e "Quel mostro di suocera". Anche qui si tratta di portare via un po’ di soldi dai casinò di Las Vegas, ma in modo sostanzialmente legale, sbancando i tavoli del black jack. All’eminente Mit di Boston, un professore di matematica ha messo in piedi una piccola gang di studenti con i quali nei fine settimana si reca nella capitale del gioco d’azzardo e porta via perlopiù discreti gruzzoli sfruttando le doti di intelligenza mnemonica dei ragazzi, che condividono un metodo infallibile di conteggio delle carte per capire cos’ha in mano il croupier. Ben è un giovane che sogna di entrare all’università di Harvard, ma non ha abbastanza soldi per farlo dalla porta principale e non ha abbastanza titoli per poter vincere un’ambitissima borsa di studio, che gli risolverebbe il problema. Essendo un genio dei numeri, viene assoldato dal professore e dai suoi allievi e inizia ad assaporare il piacere della vittoria facile, nonché a mettere insieme la somma che gli serve per entrare a Harvard. Il problema è che a Las Vegas non sono tutti scemi e ci sono persone pagate apposta per controllare che non ci siano furbi in circolazione. |
|
|
Il film di Luketic è vacuo come la città che dipinge. La storia dei protagonisti rispecchia il rutilante gioco di luci e carte che scorrono, filmato con ritmo fin troppo frenetico. I valori in gioco sono quelli noti: l’accesso facile al successo contro l’onestà, il fascino del rischio e del pericolo, il plagio di una mente apparentemente superiore e un po’ mefistofelica, il sentimento per una ragazza che guardacaso fa parte dello stesso tema, la caduta in un potenziale baratro e il riscatto finale. C’è ben poco da condividere in questa storia, che pare essere basata su fatti realmente accaduti. Non c’è né il pathos giocoso né la precisione registica di Soderbergh a reggere la narrazione e così emergono incongruenze e trappole facili da scovare. Un film meccanico, privo di spunti che vadano oltre il puro divertimento. PER : Ma con tutti i casinò che ci sono a Las Vegas è necessario andare sempre nello stesso?Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
|
♥
home ♥ mail ♥