LA CONTESSA BIANCA

Regia di: James Ivory
Attori: Ralph Fiennes, Natasha Richardson, Vanessa Redgrave, Lynn Redgrave, Allan Corduner e Hiroyuki Sanada
Sceneggiatura: Kazuo Ishiguro
Fotografia: Christopher Doyle
Montaggio: John David Allen
Scenografo: Andrew Sanders
Costumista: John Bright
Musica: Richard Robbins
Titolo originale: The White Countess
Origine: Gran Bretagna 2005
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it www.sonyclassics.com
Durata: 135’
Produzione: Merchant Ivory Productions e Shanghai Film Group
Programmato dal 10 febbraio 2006

La coppia Merchant-Ivory si è distinta negli anni per una produzione cinematografica sempre elegante, spesso rigorosa, talvolta stucchevole o leziosa, ma sempre con un livello di accuratezza linguistico-espressiva degna di nota. "La contessa bianca" è l’epitaffio di una collaborazione interrotta dalla scomparsa del produttore Ismail Merchant e va, di conseguenza, trattata con il dovuto rispetto. Certamente migliore di altre produzioni recenti, come "The golden bowl", questo dramma storico, ambientato nella Shanghai del 1936 rappresenta un canto del cigno più che decente, pur non mancando di difetti e pesantezze tipiche delle messe in scena "Ivoriane". Il regista inglese ha dato il meglio di sé (ad esempio in "Quel che resta del giorno") quando ha potuto beneficiare di sceneggiature in grado di dipingere personaggi ricchi di sfaccettature e con una dimensione emotiva ben delineata. Qui, il lavoro di Kazuo Ishiguro (lo stesso autore del citato "Quel che resta del giorno") riesce solo in parte. Il melodramma prende corpo in una terra di rifugio per esiliati di varia provenienza, mentre sullo sfondo si agita il conflitto cino-nipponico, preludio allo sfacelo della guerra mondiale. Lì si incontrano Todd Jackson, ex diplomatico e ora uomo d’affari, reso cieco da un incidente, e Sofia, contessa russa fuggita dalla Russia post-rivoluzionaria con la famiglia, della quale fa parte anche una bambina di sette anni. La donna, per vivere e sostentare i parenti stretti, fa l’accompagnatrice di uomini in un locale notturno. La relazione fra i due cresce quasi sommessamente. Lui immagina quale possa essere la bellezza della donna e viene attratto dal senso di eleganza che ella emana. Lei capisce di avere a che fare con un uomo gentile, ancorché segnato dal tempo e dalle disgrazie personali.

 

 

L’invasione della Cina da parte del Giappone interviene a ostacolare il loro rapporto, ma di disagio in disagio, anche questa sarà un’occasione per rafforzare un’intesa costruita su affinità di classe che travalicano le miserie del tempo. Ivory dimostra di essere ancora in grado di catturare un certo stile di pensiero delle classi alte e, allo stesso tempo, gli effetti delle repressioni. Tuttavia, in questa storia non c’è abbastanza calore e alcune situazioni intriganti vengono inspiegabilmente tenute in secondo piano. Un esempio per tutti: il rapporto fra Jackson e l’ambiguo uomo d’affari giapponese Matsuda. Ralph Fiennes non dà il meglio di sé né come cieco né come americano, mentre alla Richardson manca, da sempre, la capacità espressiva adatta a interpretare personaggi alle prese con una complessa rete di sentimenti.

PER: Chi ha la pazienza di passare oltre due ore ad apprezzare un lavoro non troppo sentito, ma esposto in bella calligrafia.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell'archivio.

 

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