THE CONSTANT GARDENER-LA COSPIRAZIONE
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2005

Regia di: Fernando Meirelles
Attori: Justin Quayle: Ralph Fiennes, Tessa Quayle: Rachel Weisz, Sandy Woodrow: Danny Huston, Sir Bernard Pellegrin: Bill Nighy e Lorbeer: Pete Postlethwaite
Soggetto: dal romanzo "Il giardiniere tenace" di John Le Carré
Sceneggiatura: Jeffrey Caine
Fotografia: César Charlone
Montaggio: Claire Simpson
Scenografie: Mark Tildesley
Costumi: Odile Dicks-Mireaux
Trucco e acconciature: Christine Blundell
Musiche: Alberto Iglesias
Coprodotto da: Tracey Seaward, Henning Molfenter e Thierry Potok
Produttori esecutivi: Gail Egan, Robert Jones, Donald Ranvaud, Jeff Abberley e Julia Blackman
Produttore: Simon Channing-Williams
Titolo originale: The constant gardener
Origine: USA e Gran Bretagna 2005
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com www.focusfeatures.com www.theconstantgardner.com
Durata: 129’
Produzione: Focus Features con UK Film Council insieme a Potboiler Production con Scion Films
Programmato dal 3 marzo 2006

Senza una regia come quella di Fernendo Meirelles, "The constant gardener" avrebbe potuto essere l’ennesimo mystery, incidentalmente connesso alle multinazionali farmaceutiche e allo sfruttamento del continente africano, ma svolto come l’indagine personale di un uomo che perde drammaticamente la moglie e cerca di capirne le ragioni. Il regista brasiliano, tuttavia, è quello del sorprendente "City of God" e porta anche in questa produzione mainstream la sua sensibilità sociale, trasferendola sulle immagini del contorno entro il quale si muovono i personaggi del film. Sappiamo subito che Tessa Quayle, giovane moglie di un diplomatico britannico in Kenya, è stata assassinata in circostanze misteriose nel nord del Paese. Justin Quayle si è fin lì occupato soprattutto delle sue piante, ma ora vuole capire cosa è successo. Inizialmente pensa a un omicidio passionale commesso dall’amico Anthony, anche lui attivista come la donna. Ma presto scopre che Tessa aveva individuato un losco traffico legato al test illegale di medicinali sulla popolazione africana, nel quale sono coinvolti personaggi in vista del mondo politico e finanziario di Sua Maestà. Il suo percorso di ricerca coincide con la scoperta del territorio nel quale ha vissuto negli ultimi tempi. Meirelles descrive l’Africa come una tavolozza che racchiude tutti i colori, un mondo vitale anche nelle sue manifestazioni più depresse, ma anche oscuro, labirintico, condannato a una schiavitù economica voluta e perpetrata dai potenti della Terra.

 

 

Justin fa suo l’idealismo della moglie, quello spirito vitale che lo aveva colpito al loro primo incontro. Con il procedere delle sue ricerche scopre trame pericolose, ma anche il tradimento delle persone che credeva amiche. Gli stacchi in soggettiva che accompagnano Quayle trasmettono anche allo spettatore un senso di minaccia e controllo costanti, tanto nell’Occidente cosparso di telecamere ovunque quanto nell’Africa caotica della gente per le strade o dei villaggi attaccati dai predoni. "The constant gardener" fa rivivere il giallo politico tanto comune negli anni Settanta del cinema americano e che oggi prova a dare qualche colpo di coda (The interpreter, Syriana). Meirelles riesce spesso a essere incalzante con la camera a mano, visionario con i colori saturi scelti per tutti gli esterni in Kenya, perdendosi solo un po’ nella descrizione dell’intimità del rapporto fra Justin e Tessa, rivissuto in flashback dal protagonista. Molto bravi gli attori, soprattutto Ralph Fiennes.

PER: Più Le Carré, meno Tom Clancy, grazie.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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