CHIEDI ALLA POLVERE

Regia di: Robert Towne
Attori: Colin Farrell, Salma Hayek, Donald Sutherland, Eileen Atkins, Idina Menzel, Justin Kirk, Jeremy Crutchley e Richard Schickel
Sceneggiatura: Don Granger e Jonas McCord dal romanzo omonimo di John Fante (Giulio Einaudi editore)
Fotografia: Caleb Deschanel
Scenografo: Dennis Gassner
Montaggio: Robert K Lambert
Musica: Ramin Djawadi e Heitor Pereira
Produttori esecutivi: Redmond Morris, Mark Roemmich, David Selvan, Andreas Schmid, Andy Grosch e Chris Rogers
Produttori: Tom Cruise e Paula Wagner
Titolo originale: Ask the Dust
Origine: USA 2005
Distributore: Moviemax
Link: www.askthedust-movie.com www.moviemax.it www.mondotv.it www.capitolfilms.com
Durata: 116’
Produzione: Cruise/Wagner Productions, Capitol Films, VIP 3 Medienfonds e Ascendant Production
Programmato dal 28 aprile 2006

John Fante è un romanziere solo all’apparenza facile, tanto da leggere quanto da trasporre in immagini. C’era già stato l’anonimo tentativo di "Aspetta primavera, Bandini", di Dominique Deruddere, del 1989, passato nel dimenticatoio nonostante nomi come Joe Mantegna, Faye Dunaway e Ornella Muti nel cast. Rischia di fare la stessa fine questo "Chiedi alla polvere", tratto da uno dei romanzi più noti dell’autore italo-americano. Il testo parla della condizione dell’immigrazione negli Stati Uniti della Grande Depressione, del Sogno Americano che rimane perlopiù illusione, delle diversità e della miseria sociale. Invece, la piatta trascrizione per immagini di uno sceneggiatore ("Chinatown", per esempio) passato dietro la macchina da presa fa emergere soprattutto i rovelli di Arturo Bandini, giunto in America con l’intento di scrivere un grande romanzo, ma continuamente preso dal dubbio di non esserne capace. Buttata lì una parte iniziale che passa anche attraverso una scossa di terremoto nella Los Angeles degli anni 30, ci caliamo nel cuore della vicenda, centrata sul rapporto fra l’italiano Bandini e la messicana Camilla Lopez, una sensuale cameriera, che cerca di attrarre l’attenzione del quasi inerte maschio, ottenendone in cambio soprattutto parole, che non traducono il sentimento reale provato dall’uomo.

 

 

Gli aspetti sociali della vicenda, ma anche i sottili meccanismi psicologici della vicenda sarebbero lì, pronti per essere colti. Invece, Towne preferisce seguire la comoda strada della calligrafica trasposizione, poco aiutato dalla scelta di un protagonista come Colin Farrell, un attore fisico ingabbiato nella profusione di parole e incapace di usare il volto come si converrebbe in un ruolo come questo. Temi come la difficile integrazione sociale delle minoranze sono facilmente dimenticati e la profondità letteraria del testo si perde nella banalità di dialoghi che non lascerebbero molte speranze di successo a un aspirante scrittore. Meglio lasciar perdere.

PER: Il pubblico di estimatori di Fante si prepari a un’altra delusione.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anchenell’archivio.

 

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