C.R.A.Z.Y.
Presentato nella sezione "Giornate degli Autori" al Festival di Venezia 2005 e nella sezione "Contemporary World Cinema" al Toronto Film Festival 2005

Regia di: Jean-Marc Vallee
Attori: Michel Côté (Gervais Beaulieu), Marc-André Grondin (Zachary/Zac dai 15 ai 21 anni), Emile Vallee (Zachary/Zac dai 6 agli 8 anni), Danielle Proulx (Laurianne Beaulieu), Pierre-Luc Brillant (Raymond), Maxime Tremblay, Alex Gravel, Felix-Antoine Despatie, Mariloup Wolfe, Jean-Louis Roux, Francis Ducharme, Helen Gregoire, Johanne Lebrun e Natasha Thompson
Sceneggiatura: Jean-Marc Vallee in collaborazione con Francois Boulay
Fotografia: Pierre Mignot
Montaggio: Paul Jutras
Scenografia: Patrice Bricault-Vermette
Costumista: Ginette Magny
Casting: Daniel Poisson
Produttore: Pierre Even
Co-produttore: Jean-Marc Vallee
Produttori esecutivi: Jacques Blain e Richard Speer
Titolo originale: C.R.A.Z.Y.
Origine: Canada 2005
Distributore: Istituto Luce
Link: www.luce.it www.crazyfilm.it www.filmsdistribution.com
Durata: 125’
Produzione: TVA Films, Cirrus Communications e CrazyFilms production
Programmato dal 25 agosto 2006

Il titolo farebbe pensare a un musical giovanilistico e invece "C.RA.Z.Y." è un piccolo dramma familiare, un misto di nostalgia e buffaggine propria di un certo cinema francese, capace di isolare microcosmi e ritagliare su di loro storie pronte a diventare universali. Al centro di questo specifico universo c’è Zacharie, un ragazzo nato il 25 dicembre, un gesù bambino moderno e con spiccate attitudini omosessuali, tanto da farlo identificare, a un certo punto, con Ziggy Stardust. Il personaggio androgino creato negli anni 70 da David Bowie. Zacharie non ha il coraggio di rivelare pubblicamente la sua vera natura e quindi soffre in silenzio, prega tutte le sere per "non essere così", ma invano: si tratta di una fatalità naturale e non di una scelta morale. La macchina da presa rappresenta spesso lo sguardo di Zac, capace di ingrandire e deformare tutto. Il padre è un uomo ordinario, il cui tratto più spiccato è l’adorazione per la cantante country Patsy Cline e per Charles Aznavour. Per il ragazzo, la madre è una che assolve bene al suo compito, ma senza vita propria, capace di esistere solo in funzione della progenitura. Zac sarebbe più affine a lei, ma ammira follemente il padre, più "vedette", come a Natale, quando canta Aznavour davanti alla famiglia riunita.

 

 

Questa festa (che è anche il compleanno di Zac) rappresenta l’unità di misura temporale del film, che ne racconta alcune come tappe di una maturazione familiare sempre più virata verso la crisi e la resa dei conti. Il regista, il canadese Jean.Marc Vallèe, si mantiene in equilibrio fra un umorismo che non vuole scadere nel ridicolo e un dramma attutito, acquattato sotto la superficie della normalità prevalente. Va apprezzato lo sforzo di dare costante autenticità ai personaggi (da menzionare anche il fratello di Zacharie) e alle situazioni rappresentate, anche se le oltre due ore del film, alla lunga, si sentono un po’.

PER: Chi ama i piccoli film dall’intimismo mitigato dall’umorismo. E accetta l’idea che la mascolinità sia un monumento che minaccia di andare in rovina.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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