CAMBIA LA TUA VITA CON UN CLICK

Regia di: Frank Coraci
Attori: Adam Sandler (Michael), Kate Beckinsale (Donna), Christopher Walken (Morty), Henry Winkler (Ted), David Hasselhoff (Ammer), Julie Kavner (Trudy) e Sean Astin (Bill)
Sceneggiatura: Steve Koren e Mark O'Keefe
Fotografia: Dean Semler
Scenografo: Perry Andelin Blake
Montaggio: Jeff Gourson
Musica: Rupert Gregson-Williams
Produttori esecutivi: Barry Bernardi e Tim Herlihy
Produttori: Adam Sandler, Jack Giarraputo, Neal H Moritz, Steve Koren e Mark O'Keefe
Titolo originale: Click
Origine: USA 2006
Distributore: Sony Pictures Releasing Italia
Link: www.columbiatristar.it www.sonypictures.it www.sonypictures.com/movies/click
Durata: 95’
Produzione: Columbia Pictures e Revolution Studios
Programmato dal 29 settembre 2006

Vista la media dei film con Adam Sandler, "Click" può considerarsi un’eccezione almeno parziale, senza raggiungere i livelli eccelsi di "Ubriaco d’amore", ma sollevandosi dall’idiozia e dalla banalità dei vari "Waterboy", "L’altra sporca ultima meta" o "50 volte il primo bacio". Più che l’assunto o l’idea di partenza, colpisce lo svolgimento della storia, capace di trovare una propria coerenza e proporre una metafora dello stile di vita borghese del XXI secolo. Il protagonista, Michael Newman, è il padre di una famiglia benestante quanto trascurata, di professione architetto, tutto dedito al lavoro nella speranza che il suo capo schiavista un giorno lo faccia socio dello studio al quale presta il tempo del giorno e spesso anche della notte. Michael è incapace di governare la sua vita e la metafora di ciò è la continua confusione fra i numerosi telecomandi che girano per casa. Recatosi in un megastore per acquistarne uno universale, incontra un misterioso inventore che gliene fornisce uno miracoloso, che agisce non solo sugli elettrodomestici, ma anche sulla sua vita, zittendo persone e animali fastidiosi, accelerando in avanti nei momenti di noia e così via. Il protagonista ne fa un uso che diventa presto smodato e che lo condurrà verso uno sviluppo dell’esistenza poco felice e appagante. L’elemento originale della storia è che quando Michael schiaccia il bottone del telecomando non cambia veramente la realtà. Se pigia il pulsante del "fast-forward", le cose non vanno più veloci in sé, ma è la sua coscienza a fare un salto in avanti.

 

 

La domanda che, in ultima analisi, si pone il film è: se potessimo bypassare ogni momento di fatica, tedio o dispiacere della vita, quanto vivremmo realmente? E quanto, invece, perderemmo come risultato di non aver vissuto ogni attimo dell’esistenza? Il fatto di usare un telecomando come "pilota" della vita, poi, aggiunge un ulteriore livello di metafora, stigmatizzando la schiavitù da immagine riprodotta (quindi non vissuta in proprio, ma da qualcun altro, in un luogo e in un tempo diverso, quando non fittizio) che caratterizza la nostra epoca. La vita di Michael Newman prende una piega da incubo quando non potrà più controllare il telecomando ed è soprattutto nel futuro che ne pagherà le conseguenze, ma intanto il film avrà avuto modo di giocare con frequenti salti temporali e un moderato uso di gag, giusto per far capire che non siamo dalle parti di Bergman, ma semmai più prossimi a quelle di film come "Sogni proibiti", capolavoro del 1947 con un Danny Kaye modesto impiegato che sogna vite diverse. Dovendo tirare le somme, però, "Click" finisce per moraleggiare con eccessiva facilità e per inneggiare all’attenzione alla famiglia come unica via d’uscita per raggiungere la felicità. Così, un’opera cha avrebbe potuto essere inventiva e coraggiosa si fa riassorbire nell’alveo della scontatezza, che la soluzione finale dell’incubo non fa che rafforzare.

PER: Continuare a sognare un futuro migliore, per la società, per l’ambiente e, quindi, anche per i nostri figli.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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