CORRENDO CON LE FORBICI IN MANO

Regia di: Ryan Murphy
Attori: Annette Bening, Alec Baldwin, Brian Cox, Joseph Cross, Gwyneth Paltrow, Evan Rachel Wood e Joseph Fiennes
Soggetto: dal libro autobiografico "Correndo con le forbici in mano" di Augusten Borroughs (Alet Ed.)
Titolo originale: Runnig with Scissors
Origine: USA 2006
Distributore: Sony Pictures Releasing Italia
Link: www.columbiatristar.it www.sonypictures.it www.sonypictures.it/film/correndoconleforbiciinmano
Durata: 106’
Programmato dal 2 marzo 2007

C’è qualcosa che non va vedendo "Correndo con le forbici in mano". Non è tanto lo scorrere della folle adolescenza del protagonista, compresso fra genitori in crisi, psichiatri deviati, coetanei estremi e una totale mancanza di qualunque punto fermo nell’esistenza. Anche perché si tratta della vera storia di Augusten Borroughs, best seller letterario qualche anno fa ora trasposto al cinema. Posto che non dovrebbero esserci dubbi sulla verità sostanziale di quanto raccontato, il dubbio non può che stare nell’interpretazione dei fatti. Ryan Murphy, l’inventore della lunatica serie tv "Nip/Tuck" esordisce alla regia cercando di portarvi il suo tocco ironico e provocatorio, ma cade proprio sulle premesse. Il film, infatti, manca proprio di quel distacco ironico che sarebbe stato necessario per raccontare una simile storia e, soprattutto, il periodo nella quale si colloca, ovvero gli anni Settanta della cultura alternativa e dei santoni pseudo-hippy. L’odissea di Augusten inizia nel 1972, quando sua madre Deirdre decide che il marito Norman (più spesso ubriaco che sobrio) soffoca la sua creatività di poetessa e forse sta anche cercando di ucciderla. Vittima di una sindrome ossessivo-compulsiva, la donna si affida a uno psichiatra, il dottor Finch, prodigo nel dispensare pillole varie e avvezzo a pratiche terapeutiche piuttosto singolari. Presa dalla nuova vita, la donna abbandona in casa Finch il figlio, che lì passerà due anni abbastanza infernali della propria esistenza. I Finch vivono in una diroccata casa di stile vittoriano, con carta alle finestre e un albero di Natale che non viene mai smontato. La moglie dello psichiatra è una reclusa catatonica, che passa il tempo a guardare film horror in tv. La figlia maggiore prende decisioni aprendo a caso la Bibbia e puntando il dito su una parola, mentre quella minore è una specie di vamp adolescente anni 70. Sarà quest’ultima a introdurre Augusten al suo primo amore, un trentacinquenne schizofrenico di nome Neil Bookman. Non ci sono personaggi normali nella vita del protagonista e nemmeno assistenti sociali o sostegni esterni. Sembra di stare in un film di Wes Anderson (tipo i "Tenenbaum"), ma lì il pedale spinto sul grottesco serve a produrre uno sguardo lucido sul modo di vivere del nostro tempo, non tralasciando l’ilarità. Qui, invece, la preoccupazione di raccontare la storia che il suo autore ha voluto e vissuto allo stesso tempo, finisce per affogare tutto in una follia fin troppo esibita, non produce nulla di utile per capire il periodo nella quale si è collocata e così porta togliere il freno ad attori lasciati a un istrionismo spesso fastidioso.

PER: Sui titoli di coda vediamo anche il vero Augusten Borroughs, che oggi pare star bene. Che non sia lui ad aver calcato la mano sulla psicopatia dei genitori (veri o adottivi), come capita a molti adolescenti delusi?

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 12 luglio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

home mail