DIARIO DI UNO SCANDALO

Regia di: Richard Eyre
Attori: Cate Blanchett, Judy Dench, Andrew Simpson, Bill Nighy e Phil Davis
Titolo originale: Notes on a Scandal
Origine: Gran Bretagna 2006
Distributore: 20th Century Fox
Link: www.20thfox.it
Durata: 91’
Programmato dal 23 febbraio 2007

Il set ci dice tutto: una Londra grigia, dove la nebbia e il fumo delle sigarette ondeggia sulla testa dei personaggi. In questo (non) luogo popolato da gente perlopiù insoddisfatta e repressa, si svolge la vicenda di Bathsheba Hart, donna nella trentina avanzata e insegnante alle prima armi, che accetta un incarico in una scuola popolare pur di fuggire dalla noia della vita familiare. Nonostante la presenza di un marito amorevole, ma un po’ più anziano e di due figli (uno dei quali affetto da sindrome di Down), Sheba avrebbe immaginato qualcosa di meglio e questo è ciò che confida a Barbara, una collega più anziana, pronta a diventare sua amica. Per riempire il vuoto fra "la vita che si sogna e quella che si vive", la donna scegli un percorso auto-distruttivo, avviando una relazione con uno studente quindicenne di nome Steven. In qualche maniera, questa storia la riporta alla sua adolescenza, rendendola incosciente. In una scena del film, dopo un pomeriggio d’amore a casa, Steven prende in mano il disco "Kaleidoscope" di Siouxsie and the Banshees e lei lo definisce un capolavoro, che all’epoca la faceva sentire invincibile. Poi però Steven indossa un cappello da mago del figlio e questo la riporta bruscamente alla realtà. Come se non bastasse, anche la collega anziana rivela un interesse non solo platonico per Sheba e questo farà deflagrare la situazione. Il regista Richard Eyre e il suo sceneggiatore Patrick Marber (lo stesso di "Closer") ci portano presto all’interno dei segreti di Barbara, scritti con cura in un diario. In questo si discostano dal romanzo di partenza, scritto da Zoe Heller, che invece spinge il lettore a simpatizzare per la donna, prima di svelarne il vero animo. Questo svelamento delimita anche la qualità del film. Non ci sono personaggi positivi nella vicenda, se non forse il marito di Sheba e gli innocenti figli. Ma le scelte narrative non lasciano troppa suspense e alla lunga tolgono un po’ di mordente a un racconto comunque sottile e amaro, sorretto dalla grande prova delle due attrici protagoniste.

PER: Il meglio dell’opera è nel falso moralismo che circonda i personaggi principali. E nello strisciante conformismo. Non è poco.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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