DEATH OF A PRESIDENT
Premio internazionale della critica al Festival di Toronto

Regia di: Gabriel Range
Attori: Hend Ayoub, Brian Boland, Becky-Ann Baker, Michael Reilly Burke e M. Neko Parham
Titolo originale: Death of a President
Origine: USA 2006
Distributore: Lucky Red
Link: www.luckyred.it www.filmfour.com www.mortediunpresidente.it www.deathofapresident.com
Durata: 93’
Programmato dal 16 marzo 2007

Il 19 ottobre 2007 sarà stato assassinato il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Futuro anteriore: questo è il tempo scelto per il racconto di un assassinio che, come si può intuire, dovrà ancora avvenire e quindi per se stesso è pura invenzione. Eppure, il mockumentary costruito da Gabriel Range ha la minuzia e la precisione di un documentario vero e credibile. Girato in bianco e nero, per poter meglio mescolare immagini originali e parti completamente costruite ad hoc, il film si presenta come un lungo servizio giornalistico, girato nel 2008 e dedicato alla ricostruzione, sulla base di numerose testimonianze, di come sono andate le cose in un fatale giorno d’autunno di diversi mesi prima, quando, dopo un discorso tenuto allo Sheraton Hotel di Chicago, il presidente Bush viene assassinato all’uscita, mentre stringe la mano alle persone che lo aspettano per salutarlo. Segue la ricostruzione di com’è stata condotta l’inchiesta e di come si è arrivati a capire chi ha compiuto il drammatico gesto. Gli americani hanno preso male quest’opera di pura invenzione del regista britannico (autore sin qui soprattutto di docudrammi per la tv), rimarcando il cattivo gusto dell’idea e subodorando quasi un’apologia di reato nello sviluppo dell’idea. In realtà, la morte del più importante capo di stato del mondo è trattata in tutta la sua gravità. Ciò che realmente interessava a Range si capisce proprio nella parte del finto documentario che segue gli sviluppi dell’indagine. Delimitata l’area del "fattaccio", gli agenti dell’Fbi e dell’intelligence statunitense si concentrano sui sospetti più "facili" da individuare: persone di colore, arabi e simili, per non parlare dei manifestanti anti-Bush presenti a Chicago in gran quantità e debitamente "trattati" dalla polizia. La risposta istituzionale al dramma, poi, arriva con un ulteriore inasprimento delle leggi sul controllo dei privati, tanto che dal Patriot Act già in vigore si passa al P3, che amplia ancora il potere delle forze dell’ordine nelle azioni di "prevenzione" del terrorismo. Il colpevole viene individuato in un siriano che ha commesso l’errore di farsi irretire da qualche connazionale invasato e aver rapidamente frequentato un campo di formazione di Al Qaeda, per poi andarsene un volta capito l’andazzo. Tutto torna, insomma. Peccato che la realtà sia un’altra, l’omicida provenga dall’interno della socierà americana e sia un uomo segnato dai drammi vissuti in prima persona ma nati dalle decisioni sbagliate prese da governanti come George W. Bush. E per il quale nessuna legge preventiva può funzionare.

PER: Capire la differenza fra gusto del paradosso e semplice cattivo gusto.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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