THE INTERPRETER

Regia di: Sydney Pollack
Attori: Nicole Kidman, Sean Penn, Sydney Pollack, Catherine Keener, Yvan Attal, Jesper Christensen, Earl Cameron, George Harris e Michael Wright
Titolo originale: THE INTERPRETER
Origine: USA 2005
Distributore: Eagle
Link: www.eaglepictures.com www.universalstudios.com www.theinterpretermovie.com
Durata: 128’
Programmato dal 28 ottobre 2005

Sydney Pollack è un regista d’altri tempi. E’ stato uno dei principali esponenti del Nuovo Cinema Americano, sbocciato alla fine degli anni Sessanta, ha prodotto capolavori come "Non si uccidono così anche i cavalli?" e "Corvo rosso, non avrai il mio scalpo", ha sempre avuto una coerente visione del thriller politico, riuscendo a traghettarlo dalle accuse dirette possibili negli anni Settanta ("I tre giorni del condor") alle inevitabili maggiori ambiguità del nostro tempo ("Il socio"). Il suo stile non si è sostanzialmente mai modificato e lo ritroviamo intatto anche nell’ultimo "The interpreter". La premessa va fatta perché, nel frattempo, il genere si è assai modificato e oggi è fatto molto più d’azione che di parola. Pollack lo sa bene e propone un film che è quasi un saggio teorico, fondato proprio sulla difficoltà di credere ancora nel dialogo come unico mezzo per comprendere la realtà delle cose e per trovare una via d’uscita alle tante stridenti contraddizioni della nostra società. Sylvia Broome è una professionista della parola. A lei è richiesta la massima attenzione nella traduzione dei discorsi pronunciati dai diplomatici di tutto il mondo all’interno del palazzo delle Nazioni Unite. Casualmente, la donna capta una conversazione segreta che lascia presagire un possibile attentato ai danni di un controverso capo di stato africano. L’agente federale Tobin Keller all’inizio non le crede, ma avrà modo di constatare presto che la donna non mente, anzi, è essa stessa potenziale bersaglio degli oscuri attentatori. Le indagini per prevenire il clamoroso omicidio porteranno a galla antichi ricordi e un coinvolgimento diretto della Broome nella storia del paese ora al centro dell’attenzione. Pollack dipana il suo intrigo usando il linguaggio che gli è proprio, prendendosi il suo tempo per preparare le scene di maggior tensione, ma anche per costruire le psicologie dei suoi due protagonisti, ciascuno con il proprio dolore interiore. Usa con abilità l’impressionante e labirintico Palazzo dell’Onu, crocicchio di personaggi di ogni etnia, piccola nazione-mondo che solo lì può esistere e convivere. Inutile aspettarsi grandi botti, spericolati inseguimenti, corpo a corpo all’insegna della arti marziali e della sfida alle leggi della gravità. Quello di Pollack è un lavoro morale, una riflessione sul senso della pace e della giustizia che passa per i massimi sistemi quanto per i dolori personali. Purtroppo, la mancanza di adeguamento del linguaggio si paga e il film va un po’ troppo per le lunghe, soprattutto nei duetti fra Penn e la Kidman, togliendo via via forza a una storia partita bene, ma progressivamente destinata a spegnersi, fino al finale semplicistico e ottimistico.

PER: Lei guida una vecchia Vespa, lui mette la musica nei jukebox. Sono proprio altri tempi, prendere o lasciare.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )

 

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