JARHEAD

Regia di: Sam Mendes
Attori: Jake Gyllenhaal, Peter Sarsgaard, Jamie Foxx, Lucas Black e Chris Cooper.
Titolo originale: Jarhead
Origine: USA 2005
Distributore: Uip
Link: www.uip.it www.universalstudios.com www.jarhead.it www.jarheadmovie.com
Durata: 123’
Programmato dal 17 febbraio 2006

"Jarhead" dovrebbe stare alla prima Guerra del Golfo come "Full Metal Jacket" stava al Vietnam. In entrambi i film c’è un protagonista con un po’ di spessore intellettuale, che si ritrova arruolato nei marines e, per una metà abbondante di film, si addestra in previsione del tempo in cui dovrà combattere. Kubrick, tuttavia, puntava sulla spersonalizzazione dell’individuo, prima svuotato scientificamente della propria essenza e poi spedito a seminare morte al canto della canzone di Topolino. Mendes si trova per le mani gli stessi ingredienti, ma anche una nuova generazione di soggetti, già ricodificata dal vuoto sociale e dall’influenza mediologica, e soprattutto un diverso tipo di conflitto, che non può più essere il viaggio agli inferi coppoliano, bensì qualcosa di più impalpabile, quasi virtuale. Anthony Swofford è un "jarhead" (marine - testa rasata) di seconda generazione, concepito da un padre in partenza per il Vietnam diciannove anni prima a pronto alla battaglia, anche per fuggire a complicate situazioni personali. Siamo nel 1990, nel deserto che confina con l’Iraq, che ha appena invaso il Kuwait. I ragazzi al fronte subiscono un’adeguata dose di indottrinamento dagli ufficiali di turno, si addestrano, si idratano, ma soprattutto aspettano. Non si spara un colpo, se non per sbaglio, ma il processo di disumanizzazione atto a creare la perfetta macchina di morte procede. Tutti quelli che sono lì non vedono l’ora di poter uccidere qualcuno e invece si ritrovano solo lontani dal mondo dove hanno vissuto fin lì, mentre altrove famiglie e ragazze si fanno una nuova vita senza di loro. Si gioca a football con indosso l’equipaggiamento anti-gas, si subiscono punizioni assurde e umilianti, si diventa cavie da laboratorio, assumendo pillole delle quali non si conoscono gli effetti, scaricando però il governo di ogni responsabilità. Poi arriva il tempo dell’azione, surreale come l’addestramento. Varcare il confine del territorio nemico è ben altra cosa dallo sbarco in Normandia mostratoci da Spielberg in "Salvate il soldato Ryan". I soldati avanzano nel nulla, circondati da esplosioni provocate dall’aeronautica. Il nemico non c’è o è stato già carbonizzato da ordigni calati dall’alto. Se c’è un rischio, è quello di cadere sotto il fuoco amico.

 

 

Mendes racconta la guerra del suo tempo, trasmette il disorientamento di chi è andato a combatterla, forte più della mentalità di un giocatore di "Doom" che non degli ideali di patria e democrazia. Seppur più convincente del precedenti film ("American beauty" e "Era mio padre", non si può dire che "Jarhead" segni indelebilmente il racconto della guerra come i modelli evocati. Il senso di vuoto del protagonista passa direttamente al pubblico, assai più la noia che per i colpi mai sparati.

PER: Qualcuno dei commilitoni di Swofford è andato a fare il carceriere a Guantanamo. I conti, alla fine, tornano.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )
Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell'archivio.

 

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