L’INCUBO DI DARWIN Sceneggiatura: Hubert Sauper Collaborazione artistica e aiuto registi: Sandor Rieder e Nick Flynn Fotografia: Hubert Sauper Montaggio: Denise Vindevogel Audio: Veronika Hlavatsch Tecnico del suono: Cosmas Antoniadis Produttori: Edouard Mauriat, Antonin Svoboda, Martin Gschlacht e Hubert Sauper Titolo originale: Le cauchemar de Darwin Titolo internazionale: Darwin’s Nightmare Origine: Francia, Austria e Belgio 2004 Distributore: Mikado Link: www.mikado.it www.coop99.at/darwins-nightmare www.hubertsauper.com Durata: 107’ Produzione: Mille et une productions (Parigi), Coop99 Film Produktion (Vienna) e Saga film (Bruxelles), in collaborazione con ARTE, WDR, VPRO Amsterdam, SVT Stokholm, YLE 2 Helsinki con il sostegno di Centre National de la Cinematographie (CNC) (Parigi), Filmfonds (Vienna) e Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Communauté Française de Belgique et les télédistributeurs wallons Programmato dal 10 marzo 2006 Se c’è un’Africa sfruttata, la Tanzania è il posto più sfruttato dell’Africa. Questo austero eppur crudele documentario ci porta all’interno di un universo infernale, facendo del paese del Centro Africa l’emblema della complessa dinamica punitiva che le nazioni industrializzate praticano su quella parte del mondo che rischia di essere eternamente in via di sviluppo. Il titolo, "L’incubo di Darwin", si riferisce al trionfo, amaramente ironico, in chiave evoluzionista, di un piccolo abitante del Lago Vittoria, il più grande specchio tropicale del pianeta. Introdotto nel lago da uno scienziato nel 1960, il pesce persico del Nilo è riuscito a uccidere quasi tutte le specie native di pesce preesistenti. Si tratta di un animale tanto rapace da mangiare anche i propri piccoli. Il disastro ecologico per il Lago VIttoria si è però trasformato in un business per l’attività ittica della zona, che ora esporta migliaia di tonnellate di persico del Nilo all’anno in Europa. Ci sono cargo russi che, quasi ogni giorno, arrivano in Tanzania con qualche tipo di carico, che lasciano per riempire gli aeroplani con il pesce. Talvolta si tratta di cibo gentilmente recapitato ai milioni di rifugiati affamati che abitano da quelle parti. Altre volte, come il regista dimostra andando in profondità, si importano armi con le quali africani poveri si ammazzano l’un l’altro nelle guerre civili che caratterizzano la vita di una regione dimenticata dal mondo. La lista delle tribolazioni, naturalmente, non finisce qui, perché c’è anche l’Aids che lì è ancora in piena espansione e la costante minaccia della denutrizione. Hubert Sauper scopre anche quanto i ragazzotti locali amino avere a che fare con la "chimica", anch’essa trasportata con il carico del pesce. Insomma, ci sono abbastanza calamità per pacificare ogni profeta del Vecchio Testamento o, ancor meglio, ogni sostenitore delle politiche del Wto. Il film di Sauper cerca di stimolare la sensibilità primaria in modo fin troppo diretto, spesso attraverso contrapposizioni semplici, come quando passa da una tavolata di burocrati europei ai bambini africani che si battono per il cibo. Inoltre, c’è una certa tendenza a presentare i soggetti umani più come sintomi della grande crisi che come semplici persone. Tuttavia, "L’incubo di Darwin" esibisce grande forza attraverso le nude immagini e lascia un senso di disagio difficile da eliminare in fretta. Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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