INCONTRI D’AMORE
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2005

Regia di: Arnaud e Jean-Marie Larrieu
Attori: Sabine Azema, Daniel Auteuil, Amira Casar, Sergi Lopez, Philippe Katerine e Helene de Saint Pere
Fotografia: Christophe Beaucarne
Scenografia: Brigitte Brassart
Montaggio: Annette Dutertre
Musica: Philippe Katerine
Produttori: Philippe Martin e Geraldine Michelot
Titolo originale: Peindre ou faire l’amour
Origine: Francia 2005
Distributore: Lady Film
Link: www.luce.it www.ladyfilm.it www.pelleas.fr www.pyramidefilms.com
Durata: 98’
Produzione: Les Films Pelleas, France 2 Cinema e Rhone Alpes Cinema
Programmato dal 7 aprile 2006

Depistante come il soggetto trattato, "Incontri d’amore" è uno di quei film che possono intrigare come suscitare grasse risate. Dipende dallo stato d’animo, lo stesso che porterà a dire, dopo la visione, che si tratta di una storia sullo scambismo o sulla riscoperta della passione. La coppia di registi (fratelli, prima che nascano altri sospetti) ha voluto parlare proprio di quest’ultima cosa, prendendo come modello di riferimento una coppia media, della borghesia francese benestante. William è fresco di prepensionamento, mentre Madeleine è dirigente e socia di un’azienda. La loro unione è felice, serena e un po’ routinaria. Lei ha la passione della pittura e questo la porta in collina, in cerca di paesaggi e ispirazione. Lì incontra il sindaco di un paesino, cieco, che la porta a vedere una casa in vendita. I due la compreranno e vi si trasferiranno, instaurando un rapporto d’amicizia stretta con il sindaco e la moglie. Da cosa nasce cosa e presto si capisce che l’attrazione fra i quattro è condivisa. Questo, in ultima analisi, sembra rinsaldare anche il rapporto di coppia, pur provocando un po’ di iniziale confusione. Quando i due nuovi amici decideranno di trasferirsi lontano, William e Madeleine sentiranno la loro mancanza e troveranno la scusa del matrimonio della figlia per rivederli e riprovare la stessa emozione della prima volta, solo con una nuova consapevolezza.

 

 

"Incontri d’amore" ha alcune peculiarità che ne fanno un’opera originale al di là del tema prescelto. Il gioco delle luci è costante e incide sulle capacità dei personaggi di "vedere" realmente le cose. Un paio di scene forti, addirittura, avvengono nel buio totale, insolitamente prolungato anche per il pubblico. Vedere e non semplicemente guardare, toccare senza pudore, aprire i propri orizzonti superando i limiti della morale comune: questi temi sono affrontati con delicatezza e un giusto grado di sensualità. A lungo andare, però, non c’è un vero sviluppo della vicenda, la scelta dell’ellissi temporale nuoce all’intensità del racconto e nel finale c’è una palese caduta di gusto, con un nuovo quanto improbabile scambio di coppie. Segno che i fratelli registi avevano anche qualche buona intenzione, ma un po’ di scuola in più non avrebbe fatto male.

PER: Come al solito, le situazioni scabrose coinvolgono persone educate ed esteticamente belle. La realtà dello scambismo, per quel che se ne sa, è assai più desolante e decisamente meno bucolica.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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