THE FOG: NEBBIA ASSASSINA Regia di: Rupert WainwrightAttori: Tom Welling, Maggie Grace, Selma Blair e Adrian Hough Titolo originale: The Fog Origine: USA 2005 Distributore: Sony Pictures Releasing Link: www.columbiatristar.it www.sonypictures.it www.revolutionstudios.com Durata: 100’ Programmato dal 14 aprile 2006 La tendenza a rifare gli horror degli anni 70 e 80 dilaga negli Usa, con produttori incoraggiati dal buon esito medio dei remake usciti fin qui. La ricetta è sempre la stessa, con registi perlopiù sconosciuti che provano a celare l’inettitudine delle sceneggiature con effetti computerizzati e sonori, che fanno maledire l’invenzione del Dolby Surround e derivati vari. Cade nella rete anche un classico di John Carpenter come "The fog", uscito originariamente nel 1980 e il cui remake è stato autorizzato dallo stesso regista, al quale un po’ di soldi, evidentemente, non fanno schifo e lo aiutano a finanziare la proprie sempre coraggiose produzioni indipendenti. Se l’originale introduceva una sottile inquietudine e faceva emergere dal terrore una visione chiara e "schierata" della società, in questo remake, come accade sempre, rimane soprattutto l’ossatura, una certa fedeltà narrativa, ma nessuna volontà di dire qualcosa oltre a ciò che si vede in forma di sguardi terrorizzati, pause che precedono qualcosa di terribile e un po’ di nebbia a nascondere le sorprese negative. Anche qui siamo in un paesino (dell’Oregon, per la precisione), dove la comunità si prepara a inaugurare un monumento ai propri padri fondatori. Presto, una misteriosa e letale nebbia avvolge il paese, producendo vittime e terrore diffuso. A seconda dell’importanza del personaggio, l’effetto è la morte immediata al primo contatto oppure un semplice minaccioso avvolgimento dal quale è però possibile scappare per girare un’altra scena. Il pubblico sa che tutto deriva dalla leggenda collegata proprio ai padri fondatori del paese e che collega la loro disgrazia al presente, attraverso le sembianze di una ragazza che diventa oggetto di prevalente attenzione degli spiriti del passato che ritornano. Le notazioni sui personaggi e sul rapporto del popolo americano con il proprio passato lascia qui lo spazio a vetri che si rompono in continuazione, sibili, oggetti che sbattono (soprattutto contenitori di spazzatura), protagonisti dai volti inebetiti. Del climax montante dell’originale, giocato tutto sulle sospensioni e su una colonna sonora scritta dallo stesso regista, qui non c’è alcuna traccia. L’ennesimo inutile remake. PER : Andare in un videonoleggio e sperare di trovare una copia dell’originale.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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