HOOLIGANS

Regia di: Lexi Alexander
Attori: Claire Forlani, Elijah Wood, Rafe Spall e Charlie Hunnam
Titolo originale: Hooligans
Origine: USA e Gran Bretagna 2005
Distributore: Eagle Pictures
Link: www.eaglepictures.com www.greenstreethooligans.com
Durata: 109’
Programmato dal 9 giugno 2006

Curioso. "Hooligans" è titolo già usato in Italia per un altro film, di una decina di anni fa, che si chiamava in originale "I.D." e raccontava di come la rabbia si annidi nell’animo umano e il tifo esasperato sia una valvola di sfogo naturale, capace di annullare tutte le differenze e trasformare gli individui. In fondo, anche questo nuovo "Hooligans", del tutto diverso dal film citato, parla della stessa cosa, ma in un modo che più che, più che scavare nell’oscurità della mente, sembra rifarsi alle bande giovanili di "West Side Story" o "I guerrieri della notte". Il senso della rivalità che divide il tifo inglese è ben riassunto da una battuta di uno dei protagonisti della storia. Il giovane americano, cacciato da Harvard ed emigrato dalla sorella a Londra, che chiede al cognato hooligan se la loro rivalità sia come quella fra i Red Sox e gli Yankees nel baseball, si sente rispondere: "E’ più come quella fra israeliani e palestinesi". Matt è il giovane americano e il suo impatto con l’ambiente dello stadio, ma soprattutto la frangia estrema della tifoseria del West Ham sarà per lui magico e fatale. Pur con qualche ritrosia, il ragazzo sarà accolto nel clan e si troverà così spesso e volentieri a fare a botte con tifosi della squadra avversaria. Durante le contese corre un bel po’ di sangue, ma l’intento non pare quello di spaccare le ossa, bensì di affermare sul campo il proprio coraggio, sfogando rabbia e violenza sull’avversario. Il regista, Lexi Alexander (in realtà tedesco) mette a bando ogni sociologismo. Degli hooligan del West Ham, come di quelli degli arcirivali del Millwall o degli altri, non sappiamo molto, né di dove vivono né di cosa fanno nella vita ordinaria. Li vediamo solo nei pub, inclini a bere birre e far casino, o a far botte spesso in luoghi ben lontani dagli stadi. Proprio questo è il limite principale dell’operazione. La mancanza di indagine priva il film della necessaria componente analitica e anche la vicenda di Matt, con un padre giornalista che non vede mai e il fardello di un’ingiustizia subita a proprio danno, si svuota di significato davanti alla pura rappresentazione della violenza, certo poco rassicurante ma un po’ fine a se stessa. Così stando le cose, la parte finale diventa inutilmente romanzata, tira in ballo il passato, le relazioni, la sete di vendetta, come in un qualunque dramma sociale. Molto del film si regge sull’interpretazione di Elijah Wood, ormai ex hobbit e pronto a sgranare i suoi grandi occhi di fronte e ogni nuova scoperta, ma qui anche capace di rendere le sfaccettature di un personaggio che subisce il fascino dell’appartenenza a un gruppo e ne accetta le regole fino in fondo.

PER: In Italia con il calcio abbiamo altri problemi, ma dopo aver visto "Hooligans" la voglia di andare allo stadio passa del tutto.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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