IN MEMORIA DI ME
Presentato in concorso al Festival di Berlino 2007

Regia di: Saverio Costanzo
Attori: Saverio Costanzo, con Christo Jivkov, Marco Baliani, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi e André Hennicke
Soggetto: dal libro "Lacrime impure - Il gesuita perfetto" di Furio Monicelli
Sceneggiatura: Saverio Costanzo
Musiche: Francesco Cerasi
Origine: Italia 2007
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it
Durata: 113’
Programmato dal 9 marzo 2007

Mira alto Saverio Costanzo con la sua opera seconda, dopo l’exploit di "Private". La riflessione sulla fede è un terreno dove si sono spinti registi del calibro di Dreyer e Buñuel, ma è tenendo presente il pensiero laico di un Pasolini o di un Bellocchio che Costanzo affronta il tema della crisi dello spirito, minata dal dubbio tipico dell’uomo contemporaneo. Andrea è soprattutto un ragazzo che si pone delle domande e cerca, spesso invano, di trovare le risposte. La sua scelta è assoluta: la fede dovrebbe essere "la" risposta ai suoi dubbi esistenziali, dei quali, peraltro, non conosciamo le motivazioni. Pertanto, entra in un seminario presumibilmente gesuita e lì vive un’esperienza do crescita, fatta di misteri, silenzi, riflessioni solitarie, ma anche rapporti controversi con gli altri novizi e con i superiori. Quello che emerge nelle mosse e nella psicologia di Andrea è la voglia di conoscere, che si spinge nella riflessione teologica, ma anche verso la comprensione di quello che accade all’interno del seminario, isolato dalla terraferma, luogo claustrofobico di libertà solo apparente.

 

 

Ogni tanto qualcuno lascia, ma non sappiamo bene quale sia il suo destino reale. Via via che il tempo scorre, i colori si fanno più oscuri e anche la trama assume un aspetto quasi da thriller, complica una presenza misteriosa in infermeria. E’ un percorso soprattutto di ricerca interiore quello che esplora Costanzo, ma nella rappresentazione quasi "militare" dell’ambiente seminariale si può leggere una critica verso ogni forma di dogmatismo, di verità assoluta, di servilismo ideologico. Messaggi forti, che hanno solo il rischio di essere compresi solo da chi ha le stessa voglia del protagonista di farsi sempre domande e di non cercare risposte facili o evasioni consolatorie. Una fetta bella, ma poco rappresentativa del pubblico cinematografico.

PER: Non si tratta di un film facile, nei temi e nel linguaggio espressivo scelto. Forse non è neanche un’opera perfettamente riuscita. Ma oggi in Italia serve un cinema anche coraggioso, che torni a far discutere.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

home mail