L’INCUBO DI JOANNA MILLS Regia di: Asif KapadiaAttori: Sarah Michelle Gellar, Peter O’ Brien, Sam Shepard, Kate Beahan, Adam Scott e J.C. Mackenzie Sceneggiatura: Adam Sussman Fotografia: Roman Osin Montaggio: Claire Simpson Scenografo: Therese DePrez Effetti speciali: Joe DiGaetano Produttori: Aaron Ryder e Jeffrey Silver Coproduttore: Ron Schmidt Titolo originale: The Return Origine: USA 2007 Distributore: Eagle Pictures Link: www.eaglepictures.com Durata: 85’ Produzione: Rosey Film Prods Programmato dal 18 gennaio 2008 Nei film costruiti su un mistero che si scioglie alla fine, la consistenza del mistero stesso è ovviamente di fondamentale importanza. Al centro di "L’incubo di Joanna Mills" c’è un omicidio che qualunque detective di normale intelligenza potrebbe risolvere in dodici secondi. Ma evidentemente a LaSalle, nel Texas, la polizia non esiste. Joanna Mills è una commerciale di un’azienda ad alta presenza maschile. Un incarico la porta in una cittadina dove si nasconde un traumatico episodio del suo passato. Fra flashback, brandelli di memoria ripresi in soggettiva e incontri inquietanti, pian piano riusciamo a ricostruire cos’è successo quando Joanna era una bambina e con suo padre stava tornando da una gita al luna park. E capiamo anche perché la ragazza ha la tendenza ad autoferirsi e a ritrovarsi ogni tanto in luoghi dove non ricorda di essersi diretta. Il regista Asif Kapadia avrebbe anche qualche velleità stilistica, ma il limite fondamentale del film è che la storia non ha veri punti di interesse e la sceneggiatura procede per incongruenze e personaggi poco approfonditi. Con il padre (Sam Shepard, il quale ogni tanto accetta inspiegabilmente di comparire in produzioni di serie Z), intuiamo che Joanna abbia un rapporto complesso, ma a parte qualche ricordo e un’unica veloce scena nel tempo presente, null’altro ci è dato sapere, così come della madre. Il deuteragonista maschile per un po’ resta nel ruolo ambiguo d vittima o potenziale carnefice dell’omicidio avvenuto qualche anno prima, ma una volta chiariti i contorni del suo dramma, è il racconto stesso a perdere ogni interesse in lui. Per non parlare dei dialoghi, che definire banali è già gentile. PER : Combattere i propri demoni con l’elettroshock.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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