FINE PENA MAI - PARADISO PERDUTO

Regia di: Davide Barletti e Lorenzo Conte
Attori: Claudio Santamaria, Valentina Cervi, Danilo Nicola De Suma, Ippolito Chiarello, Giorgio Careccia e Giuseppe Ciciriello
Sceneggiatura: Massimiliano Di Mino, Pierpaolo Di Mino e Marco Saura
Musiche: Antongiulio Galeandro
Origine: Italia 2008
Distributore: Mikado
Link: www.mikado.it
Durata: 90’
Programmato dal 29 febbraio 2008

Con uno stile sgranato e quasi documentaristico, gli esordienti registi romani Davide Barletti e Lorenzo Conte (già nel gruppo Fluid Video Crew) portano sullo schermo la vita vera e sbandata di Antonio Perrone, un "bravo ragazzo" nell’accezione scorsesiana, malavitoso e con la voglia di bruciare le tappe della vita, fino all’inevitabile discesa negli inferi della condanna penale, a una somma di anni, quarantanove, che equivalgono a un ergastolo. Perrone ha vissuto e bruciato la propria gioventù nel Salento, dove ha costruito il proprio piccolo regno di boss, trafficando droga, gestendo bische clandestine, guidando belle macchine e mantenendo un’unica vera fede, quella nella fidanzata Daniela, poi diventata moglie e madre . La prima parte della sua ascesa si infrange sulle indagini di polizia, che lo portano in carcere, dove conosce affiliati alla Sacra Corona Unita e ne diventa parte, segnando così la seconda parte della propria vita da uomo libero, fatta di violenza e soggezione a regole più grandi di lui, fino al nuovo declino e alla definitiva condanna, con tanto di applicazione della Legge 41 bis, con carcerazione in isolamento per quindici anni. La storia di Perrone, raccontata attraverso la sua stessa voce fuori campo (il soggetto viene da un libro autobiografico), scorre come in un frenetico gangster movie di provincia, senza eccessive concessioni allo spettacolo e con una voglia di essere fedeli alla vita vera che giova alla riuscita dell’opera. I riferimenti chiari sono a "Quei bravi ragazzi", ma anche a "Romanzo criminale" (non solo per la presenza di Claudio Santamaria), ma Barletti e Conte non si lasciano prendere la mano e riescono così a evitare gli eccessi giovanili che invece segnano il destino del loro protagonista e dei suoi amici, ingoiati dalla logica della ricchezza a ogni costo e alla mancanza di una coscienza che sembra accomunarli a quegli anni Ottanta in cui hanno vissuto e che fanno da sfondo alla vicenda. Rispetto ai suoi modelli, però, c’è anche un po’ di artigianato di troppo e qualche ingenuità che fa rallentare il racconto quando non dovrebbe.

PER: Chiedersi cosa è restato di quegli anni Ottanta.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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