MEAN CREEK

Regia di: Jacob Aaron Estes
Attori: Rory Caulkin, Josh Peck, Scott Mechlowicz, Trevor Morgan, Ryan Kelly e Carly Schroeder
Titolo originale: Mean Creek
Origine: USA 2005
Distributore: Cdi
Link: www.cdifilm.it www.focusfeatures.com www.meancreekmovie.com
Durata: 87’
Programmato dal 19 agosto 2005

Con un occhio a "La linea d’ombra" e l’altro a "Stand by me", Jacob Aaron Estes propone un’interessante opera prima sul tema della giovinezza, della crescita e della vendetta, premiata al festival di Sundance del 2004. Nelle prime immagini del film, lo spettatore vede attraverso la lente di una camera digitale a mano. Sembra di essere nel campo di basket di una scuola, dove un ragazzino si muove esibendo la sua mancanza di coordinazione atletica. All’improvviso, un altro soggetto appare, la scena si fa oscura e si passa all’uso della classica macchina da presa. Sam appare una ragazzo sensibile e posato, ma ha sentito comunque la necessità di combinare qualcosa con la videocamera del liceale George, forse per rivalersi di sofferenze subite in passato. Per lui scatta l’inevitabile punizione. Quando però il fratello maggiore Rocky chiede a Sam ragione delle sue ferite, scatta il piano di vendetta. George concerta con due amici una gita sul fiume, alla quale invita George, con l’intento di spogliarlo, buttarlo in acqua e costringerlo a una meritata mortificazione. Durante la gita, tuttavia, i rapporti fra i partecipanti cambiano e si forma una sorta di dualismo fra chi vorrebbe portare a termine il piano e chi invece vorrebbe lasciar perdere. George cambia più volte atteggiamento, lasciando emergere i tratti di una personalità disturbata. La tragedia è dietro l’angolo e si compie in modo inatteso. Nonostante la tecnica sia un po’ troppo ingenua e la premessa narrativa debole, lo svolgimento e la prestazione dei giovani attori (Scott Mechlowicz e Rory Caulkin, soprattutto) fanno pensare a una sorta di cugino alla lontana di "Il signore delle mosche". I giovani appaiono abbandonati a loro stessi e ne emerge una natura fondamentalmente depressa, con conseguenza che vanno ben oltre la loro scarsa preparazione alla comprensione degli eventi.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )

 

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