MISTER MAGORIUM E LA BOTTEGA DELLE MERAVIGLIE Regia di: Zack Helm Non trascurate mai il bambino che è in voi e lasciate libero sfogo alla vostra creatività: vi aiuteranno a credere in voi stessi. Il massaggio non suona troppo nuovo, tanto che un regista come Tim Burton ne ha fatto il cuore della sua poetica cinematografica. Viene un po’ da pensare al regista di "Big fish" vedendo questo "Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie", anche perché nel negozio incantato dell’estroso vecchietto che lo conduce si trova una sorta di paradiso del giocattolo vintage, fra treni, pupazzi animati, palle di ogni dimensione e altre mille diavolerie che attraggono piccoli da ogni dove. Magorium ha circa 243 anni, ma li porta piuttosto bene. Per mandare avanti la "bottega", si fa aiutare soprattutto dalla giovane Molly Mahoney, promessa del pianoforte alle prese con una crisi creativa di lunga durata. Insieme a lei, "lavora" un bambino decisamente più saggio della sua età, oltre a una sorta di inserviente forzuto, che non dice una parola per tutto il film. Un bel giorno, Magorium annuncia che per lui è giunto il tempo di andarsene da questo mondo e che il negozio passa in eredità a Molly. |
La ragazza verrà così chiamata a una scelta difficile, che la porterà finalmente a dar corpo al proprio potenziale, con l’aiuto del piccolo Eric e del contabile assunto poco tempo prima da Magorium. Rispetto al citato modello Burton, il regista Zach Helm ci mette una minor dose di fantasia e costruisce un universo decisamente troppo prefabbricato, per suscitare l’incanto e la meraviglia necessaria al buon esito dell’operazione. Storia e stile del racconto sono decisamente troppo semplici e il mondo incantato della bottega potrà al massimo sorprendere l’occhio ingenuo e ben disposto dei bambini (più piccoli), ma certo non quello degli adulti, destinatari primi, invece, delle invenzioni burtoniane. Qui, al massimo, siamo al crocevia fra un "Toy story" meno digitalizzato e "Rain man", anche perché Dustin Hoffman rende il personaggio di Magorium quasi disfunzionale e un po’ inquietante. Se Natalie Portman e Jason Bateman fanno il loro compitino, impressionante è la prova del piccolo Zach Mills, ennesimo bambino con il Dna da attore consumato consegnato al cinema. PER : Buone intenzioni e una sorta di subliminale voglia di lanciarsi in un "Toys Center" appena usciti dalla sala.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
♥
home ♥ mail ♥