OLIVER TWIST

Regia di: Roman Polanski
Attori: Ben Kingsley, Barney Clark, Lewis Chase, Frances Cuka, Jake Curran, Harry Eden, Frank Finlay, Jamie Foreman, Chris Overton, Leanne Rowe, Mark Strong, Jeremy Swift, Joseph Tremain
Titolo originale: OLIVER TWIST
Origine: Inghilterra 2005
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it www.summit-ent.com www.sonypictures.com/movies/olivertwist www.olivertwist-lefilm.com
Durata: 130’
Programmato dal 21 ottobre 2005

Come aveva anticipato lo stesso Polanski, "Oliver Twist" è arrivato ora, soprattutto perché prima c’era stato "Il pianista". Tanto doloroso era stato per il regista ricostruire i drammi della sua infanzia da polacco del ghetto e la storia del suo popolo perseguitato dai nazisti che, pure a debita distanza di tempo, occorreva un distacco. Ma questa nuova riduzione della storia di Charles Dickens non è una favola, né strettamente un film per ragazzi. Dentro il racconto dell’orfano costretto presto a confrontarsi con il mondo degli adulti è ricco di riferimenti all’infanzia stessa del regista. Il suo ritratto dell’Inghilterra vittoriana è oscuro e caotico, in linea con uno stile già ben delineato negli esordi degli anni Sessanta. Oliver Twist, all’inizio della storia, sarebbe destinato a un orfanotrofio in realtà gestito con crudeltà e cupidigia. Non ci mette molto a scappare e così arriva a Londra, solo e sperduto. Ha dieci anni, come quelli che aveva Polanski nel 1943, quando i suoi genitori furono portati via dai tedeschi. Oliver trova riparo nella casa del losco Fagin, un poveraccio solo apparente che dà ospitalità a un gruppo di ladruncoli, i quali ovviamente lavorano anche per lui. Tra i ragazzi vale la legge della strada e quando il loro giovane compagno viene accusato di un furto che non ha commesso lasciano fare, senza intervenire. A Oliver, tuttavia, si affeziona un libraio, che lo porta in casa e lo inizia a una nuova educazione. Timoroso che il ragazzo possa rovinare il suo "business", Fagin lo rapisce per riportarlo in casa propria e per questo si fa aiutare dal cattivissimo Bill Sykes e dalla sua compagna Nancy. Qualche conflitto morale e la tenacia del libraio salveranno Oliver.
Nel mondo di Polanski (e in fondo anche in quello di Dickens), non c’è un bene e un male ben demarcato. Oliver è un orfano che deve trovare il modo di sopravvivere e gli altri ragazzi che incontra vivono la sua stessa situazione. Fagin non è il perfido ebreo dickensiano, ma un uomo che da piccolo ha vissuto allo stesso modo e ora insegna quello che sa ai più giovani. In una scena finale di alto tenore drammatico, Oliver viene accompagnato, dietro sua richiesta, a trovare Fagin in carcere. Il vecchio è in preda alla sua follia, ma il ragazzo quasi gli rende omaggio e se ne va chiedendo a Dio di perdonare un uomo disperato, ma anche dicendogli di essere stato trattato bene da lui. Questa solidarietà fra emarginati è un’idea forte per Polanski, che mette dall’altra parte della barricata il mondo degli adulti, pronti a commiserare, ma anche a sfruttare i bambini poveri. Oliver Twist passa molto del suo tempo a scappare, ripreso con la camera posta alla sua altezza, diventa prematuramente adulto, ma sviluppa una consapevolezza radicata nella sua origine diseredata. La stessa del giovanissimo Polanski, che non può dimenticarla nemmeno quando racconta una favola.

PER: Un film sull’infanzia rubata, sull’indifferenza della società, in sostanza su un presente che può essere compreso da adulti e bambini.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )

 

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