THE NEW WORLD - IL NUOVO MONDO

Regia di: Terrence Malick
Attori: Colin Farrell, Q'orianka Kilcher, Christopher Plummer, Christian Bale, August Schellenberg, Wes Studi, David Thewlis, Yorick Van Wageningen, Ben Mendelsohn, Raoul Trujillo, Brian F. O'Byrne, Irene Bedard, John Savage, Jamie Harris, Alex Rice, Michael Greyeyes, Kalani Queypo, Noah Taylor, Jonathan Pryce e Alexandra Malick
Titolo originale: The New World
Origine: USA 2006
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Musica: James Horner
Distributore: Eagle Pictures
Link: www.eaglepictures.com www.newline.com www.thenewworldmovie.com
Durata: 150’
Produzione: New Line Cinema, Sunflower Productions, Sarah Green Film Corp, First Foot Films e The Virginia Company
Programmato dal 13 gennaio 2006

Un film di Terrence Malick è un evento, a prescindere da tutto. "The new world" è solo il quarto film da lui firmato in oltre trent’anni di carriera, se così si può dire. Tutti i precedenti hanno lasciato un segno importante, da "La rabbia giovane" a "La sottile linea rossa", passando per "I giorni del cielo". La sua rappresentazione della natura non eguali nel cinema contemporaneo e rappresenta la perfetta fusione fra lo spirito lucreziano, quello miltoniano del paradiso perduto e un sottile senso di disagio tutto contemporaneo che si esplicita nella parola poetica, spesso evocata da voci fuori campo. In "The new world", Malick affronta una delle più antiche leggende della giovane storia americana, ovvero quella del rapporto fra il capitano John Smith e la giovane indiana Pocahontas, nella Virginia Occidentale al tempo in via di occupazione. Anche a questa storia il regista applica, fin dall’inizio il suo stile. Nella terra incontaminata, dipinta attraverso luci totalmente naturali, approdano tre navi britanniche come onde in cascata sulla spiaggia. John Smith scende da una di esse ancora in condizione di prigioniero, accusato di ammutinamento, ma viene presto liberato dal comandante, che su di lui fa affidamento per addentrarsi nel territorio e creare le premesse per l’insediamento di una nuova colonia. Il gruppo spedito in avanscoperta fa la conoscenza dei legittimi abitanti del posto, che prima li annusano, poi li lasciano fare per un po’ e infine li attaccano, decimandoli. Smith viene catturato, ma la vita gli viene salvata veramente proprio da Pocahontas, prediletta figlia del capo indiano Powhatan. Rimanendo forzatamente nell’accampamento, Smith impara a familiarizzare con gli indigeni, soprattutto con la sua giovane salvatrice, e guadagna il diritto di tornare dai suoi simili. Quando appare chiaro che i bianchi intendono rimanere su quelle terre, gli indiani preparano l’attacco, ma Pocahontas avvisa per tempo Smith, complicando la vita ai suoi e rimediando l’abiura dal padre. Le circostanze faranno sì che la giovane indiana finisca nell’area fortificata abitata dai soldati inglesi e viva a propria volta un processo di trasformazione, in chiave di occidentalizzazione. A questo punto della vicenda, abbiamo da poco superato la metà delle due ore e mezza complessiva di durata. Fin qui, abbiamo potuto ammirare ancora una volta lo stile di Malick, che privilegia l’immagine al dialogo e aggiunge narrazione con la voce fuori campo del protagonista maschile. Smith è un ribelle, che si perde spesso e volentieri, quasi ingoiato dalla sgargiante natura del luogo. Pocahontas rappresenta la purezza, l’innocenza che può cambiare il corso delle cose, generando comprensione fra genti diverse, fascinazione e amore in quello che ha individuato come suo compagno. Tuttavia, il delicato equilibrio poetico trovato in "I giorni del cielo" e la contrapposizione fra paesaggio e violenza bellica in "La sottile linea rossa" non trova un adeguata corrispondenza in "The new world".

 

 

 

L’andamento spesso ellittico, senza soluzione di continuità narrativa, finisce con il disorientare e nuoce al disegno complessivo. L’allontanamento di Smith, voluto da lui stesso, ci porta alla seconda parte della storia, nella quale Pocahontas, dopo aver vissuto sola per un po’, fa la conoscenza con l’aristocratico John Rolfe, che sposerà e con il quale avrà un figlio. Questa è anche la parte più debole, quasi convenzionale, dimentica delle contrapposizioni fra natura selvaggia cultura della "civiltà" che aveva animato fin lì il racconto. Questa parabola di innocenza perduta si perde via via, ci lascia molti affascinanti ricordi visivi, ma non ottiene lo scopo ultimo di risalire alle origini per studiare come l’America abbia minato alle radici il suo percorso di sviluppo.

PER: Lasciarsi trasportare, nella prima parte, dal movimento sempre in avanti della macchina da presa, in perenne scoperta.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell'archivio.

 

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