NORTH COUNTRY-STORIA DI JOSEY Regia di: Niki CaroAttori: Josey Aimes: Charlize Theron, Karen Aimes: Elle Peterson, Sammy Aimes: Thomas Curtis, Glory: Frances McDormand, Kyle: Sean Bean, Bill White: Woody Harrelson, Bobby Sharp: Jeremy Renner, Hank Aimes: Richard Jenkins, Alice Aimes: Sissy Spacek, Don Pearson: James Cada, Big Betty: Rusty Schwimmer, Leslie Conlin: Linda Emond, Sherry: Michelle Monaghan e Lattavansky:Brad William Henke Sceneggiatura: Michael Seitzman Produttore: Nick Wechsler Produttori esecutivi: Helen Bartlett, Nana Greenwald, Doug Claybourne e Jeff Skoll Tratto dal libro "Class Action: The Landmark Case That Changed Sexual Harassment Law" di Clara Bingham e Laura Leedy Gansler Fotografia: Chris Menges Scenografie: Richard Hoover Montaggio: David Coulson Musica:Gustavo Santaolalla Titolo originale: North Country Origine: USA 2005 Distributore: Warner Bros Link: www.warnerbros.it www.northcoutry.it http://northcountrymovie.warnerbros.com Durata: 126’ Programmato dal 10 febbraio 2006 Circa vent’anni fa, il regista neozelandese Roger Donaldson ("Senza via di scampo") arrivò negli Usa per dirigere il sottovalutato "Marie", storia più o meno vera di una madre single, interpretata da Sissy Spacek, che subisce pressioni e violenza in un ambiente operaio, si butta in una causa legale contro una società maschio-centrica e riporta una clamorosa vittoria. Oggi, la parimenti neozelandese Niki Caro ("La ragazza delle balene") arriva negli Usa e anche lei dirige una storia "ispirata a fatti veri", che ha a che fare con la violenza, le donne e una causa legale. E c’è ancora Sissy Spacek. Saranno solo coincidenze? Intanto, va detto che, per motivi anagrafici, la Spacek qui è madre della protagonista, una Charlize Theron che non fa un granché per somigliare a una minatrice. Josey subisce violenza dal marito e decide di tornare, con il figlio sui dieci anni, a casa dai genitori, nel Minnesota del Nord. Di mestiere farebbe la parrucchiera, ma una vecchia amica le consiglia di lavorare in miniera, che di recente ha aperto le porte alle donne (siamo nel 1989) e fa guadagnare più soldi. L’ambiente è pesante e i predominanti uomini non perdono occasione per battute pesanti, scherzi umilianti, avance pesanti e azioni di violenza psicologica. Quando uno di loro ci prova oltre il lecito con Josey, scatta la denuncia contro la compagnia per molestie sessuali, che porterà alla prima causa in tribunale sul tema della storia americana. |
La causa sostenuta dal film è giusta e ci mancherebbe altro. Ma il risultato espressivo non è proprio un granché. La Theron sembra lì per lanciare una linea cosmetica di Chanel per le classi proletarie, i personaggi di contorno sono tutti lì per fare una parte che non evolve mai dall’inizio alla fine e tutto il film sembra molto preoccupato di non inimicarsi le platee maschili, bilanciando caratteri positivi e negativi, per arrivare a un finale in cui Josey si mette a insegnare la guida al figlio, cedendogli anche metaforicamente il posto del comando. Per non parlare della storia personale che si innesta in quella giudiziaria, risolta con un mezzo colpo di scena prefinale, ma subito annacquata nella retorica di un’improvvisa solidarietà, che unisce all’accusa anche le altre donne, fin lì reticenti a collaborare per paura del posto. PER : Un po’ "Erin Brockovich", un po’ "Sotto accusa", con i difetti di entrambi e meno coinvolgimento emotivo, visto che quello civile non si discute.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net ) |
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