OMEN IL PRESAGIO

Regia di: John Moore
Attori: Nikki Amuka-Bird, David Thewlis, Julia Stiles, Liev Schreiber e Mia Farrow
Titolo originale: The Omen 666
Origine: USA 2006
Distributore: 20th Century Fox
Link: www.20thfox.it www.theomenmovie.com
Durata: 110’
Programmato dal sesto giorno del sesto mese del sesto anno, secondo secolo D.C.

La prima cosa che si nota del remake di "Il presagio" (1976) è il ragazzino che interpreta Damien, ovvero il giovane Anticristo. Anche se venisse ripreso mentre si prepara un panino, getterebbe più inquietudine di tanti horror basati su mostri ed effetti speciali. E’ un bene per il film che appaia spesso, perché non c’è molto altro che distingua "The omen" dal suo modello originale, allora interpretato da Gregory Peck e Lee Remick. Mentre altri horror degli anni 70 rifatti di recente hanno provato, con risultati diversi, ad aggiornare il linguaggio, qui si punta sullo stesso mix di trent’anni fa; attori di richiamo, ritmo lento, morti scioccanti e un bambino da spavento ma con qualche tratto angelico. Il punto di partenza è lo stesso: la moglie del diplomatico Robert Thorn partorisce un bimbo nato morto, ma alcuni preti lo sostituiscono con un altro, che di fatto è il figlio del diavolo. Poi. Thorn viene nominato ambasciatore in Gran Bretagna e quando fatti orribili accadono a chi ruota intorno al figlio, diventa bersaglio dei tabloid locali. Un fotografo intraprendente inizia a sospettare la presenza di fenomeni soprannaturali e la cosa si conferma con una serie di morti che si susseguono come una reazione a catena. Il genere horror non trarrà certo da questo film stimoli di rinnovamento, il regista John Moore svolge diligentemente il compito, dosa con attenzione gli opposti fra luci e ombre, ma più spesso imbocca la strada facile dei colpi di scena in stile "Venerdì 13".

 

 

Ma il deragliamento è sempre dietro l’angolo e arriva puntualmente quando si mettono in fila gli attentati alle Torri gemelle, l’uragano Katrina e lo tsunami come segni del prossimo arrivo della Bestia. Cosa ancor più grave, Moore mostra di non avere spessore registico perché non sa approfittare della presenza di Mia Farrow per lanciarsi in un parallelo con Rosemary’s baby. Forse questo dipende proprio dalla rediviva ex moglie di Woody Allen, che sembra interpretare la sua maschera di cera per quanto è immobile, ma l’occasione era comunque ghiotta e non è stata sfruttata. Nessun’altra, per la verità.

PER: Chi non ha visto l’originale, qualcuno dei sequel o le varie imitazioni seguite nel tempo

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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