UN’OTTIMA ANNATA – A GOOD YEAR

Regia di: Ridley Scott
Attori: Russell Crowe (Max Skinner), Albert Finney (zio Henry), Marion Cotillard (Fanny), Abbie Cornish (Christie), Didier Bourdon (Francis), Tom Hollander (Charlie), Freddie Highmore (giovane Max), Archie Panjabi (Gemma) e Isabelle Candelier (Ludivine)
Soggetto: dal romanzo di Peter Mayle
Sceneggiatura: Marc Klein
Fotografia: Philippe Le Sourd
Musica: Marc Streitenfeld
Montaggio: Dody Dorn
Scenografia: Sonja Klaus
Costumi: Catherine Le terrier
Produttori esecutivi: Branko Lustig, Julie Payne e Lisa Ellzey
Produttori: Ridley Scott e Erin Upson
Titolo originale: A Good Year
Origine: USA 2006
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it
Durata: 118’
Produzione: Scott Free Prods., Fox 2000 Pictures e 20th Century Fox
Programmato dal 15 dicembre 2006

Niente uomini infilzati da tridenti, decapitazioni o stragi di massa. La coppia Scott-Crowe prova a compensare la carneficina di "Il gladiatore", tornando con una commedia romantica sul vino, l’amore e le cose che il denaro non può comprare. Lo sforzo, da parte di entrambi, è sincero, ma al di là di panorami spesso mozzafiato e qualche bel momento intimo fra i protagonisti, il prodotto finale lascia la sensazione che si tratti del lavoro di un regista e di un attore che sono fuori dal proprio elemento naturale. E’ difficile trascurare, infatti, che un film inquadrato in un genere ben definito e codificato sia particolarmente priva tanto di romanticismo quanto di pura "commedia". Crowe veste i panni di Max Skinner, un grande banchiere londinese che chiama i suoi sottoposti "topi da laboratorio" e loro accettano in cambio del denaro che guadagnano. Appreso della morte dello zio Henry, il finanziere si reca in Provenza con l’idea di vendere la proprietà appena ereditata, ma qui incontra almeno un paio di donne che metteranno a dura prova la sua personalità egocentrica e affamata di potere.

 

 

Scott ci ha abituato a un’abilità che ben si esprime nel creare un senso di terrore all’interno di una stazione spaziale o il caos di una battaglia. Qui però è costretto a rifugiarsi nella fotografia impressionistica dell’ottimo Philippe Le Sourd, anche perché il suo attore principale ha abituato il pubblico a una vita privata perlomeno "volatile" e il suo personaggio sullo schermo sembra lasciarla trasparire tutta. Le parti legate alle relazioni sentimentali di Max, ma anche la morale di fondo sulla redenzione del ricco e cinico che scopre i veri piaceri della vita, sono quanto di più convenzionale si possa vedere su uno schermo. Anche rifugiarsi nel parallelo con il vino non è più una gran novità, soprattutto dopo l’exploit di "Sideways". Quasi per creare dei diversivi, Scott ogni tanto inserisce momenti slapstick che sembrano venire da una comica di Benny Hill (si veda la macchina, accelerata in montaggio per creare un effetto comico), ma questi inserti mal si innestano nel mood generale del film. Anche se almeno una battuta azzeccata c’è: "In California non fanno vino, ma punch hawaiano".

PER: Chi riesce ad apprezzare anche un filmino delle vacanze, solo per la presenza di Russell Crowe o la mano da pittore naif del suo regista.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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