NON C’E’ PIU’ NIENTE DA FARE Regia di: Emanuele BarresiAttori: Rocco Papaleo, Alba Caterina Rohrwacher, Raffaele Pisu, Valeria Valeri, Paolo Ruffini, Cristina Cirilli, Isabella Cecchi, Stefano Filippi, Fabrizio Brandi, Lucia Poli, Carlo Monni, Andrea Buscemi e Paolo Migone Sceneggiatura: Emanuele Barresi e Francesco Bruni Fotografia: Massimo Lupi Origine: Italia 2008 Distributore: Eagle Pictures Link: www.eaglepictures.com Durata: 100’ Programmato dal 8 febbraio 2008 Cinema italiano medio cercasi. Dove sono finiti gli onesti artigiani di una volta? Ce lo chiediamo da tempo, ci illudiamo che possa nascerne una nuova, in questi tempi nemmeno troppo stretti, e invece di fronte a tanti filmetti leggeri e inconsistenti che ci passano davanti, tocca ogni volta resistere alla tentazione di rinunciare del tutto anche alla speranza. "Non c’è più niente da fare" è un titolo che da solo funge da commento per il film di debutto di Emanuele Barresi, un regista nemmeno troppo giovane (classe 1958) e con molta gavetta nel mondo dello spettacolo. Vorrebbe essere un omaggio alle tante compagni amatoriali di teatro e di fatto diventa parte della loro inevitabile approssimazione, assumendone i tratti e i toni, quasi anche il film dovesse per forza essere sgangherato e smemorato come gli attori del gruppo dei Perseveranti, che qui viene descritto e raccontato. Siamo a Livorno e la compagnia dilettantesca, composta di commesse di supermercato, avvocati, pensionati e artisti disoccupati, prova a mettere in scana una "Cavalleria rusticana", combattendo contro il padrone del teatro nel quale provano e si esibiscono di solito e che vorrebbe vendere lo stabile a una banca. Si procede senza mai trovare un vero momento brillante o ispirato, sopportando vecchie glorie come Raffaele Pisu e Valeria Valeri, affiancati a qualche attore potenzialmente più dotato (Rocco Papaleo a Alba Rohrwacher, per esempio), tutti accomunati dall’inconsistenza e persino dal patetismo delle scene che devono recitare. A irritare, più della rappresentazione teatrale da parrocchia quasi veritiera, sono soprattutto le numerose situazioni private, fatte di amoretti e delusioni di nessun interesse o coinvolgimento. Certo, siamo lontani dalla volgarità dei De Sica, Boldi e Lino Banfi, ma se l’alternativa è questo cinema del nulla, allora tanto vale rifugiarsi nelle corna e nei rutti. PER : Conosciamo compagnie amatoriali che lavorano molto meglio di questo gruppo di autocompiaciuti professionisti. Meritano un omaggio più serio.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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