NON PENSARCI
Presentato al Festival di Venezia 2007 nella sezione Giornate degli Autori, vincitore del premio Pasinetti (SNGCI), del premio Arca Giovani e del premio AIACE

Regia di: Gianni Zanasi
Attori: Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Caterina Murino, Paolo Briguglia, Dino Abbrescia, Teco Celio, Gisella Burinato, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa e Natalino Balasso
Sceneggiatura: Gianni Zanasi e Michele Pellegrini
Montaggio. Rita Rognoni
Musiche: Merci Miss Monroe, LesFauves e Atomik Dog
Scenografia: Roberto De Angelis
Origine: Italia 2007
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.nonpensarci.it
Durata: 97’
Produzione: Pupkin Production e ITC Movie
Programmato dal 4 aprile 2008

Viene voglia di andare un po’ controcorrente, parlando di un’opera unanimemente consacrata come rivelazione assoluta dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Date queste premesse e i precedenti lavori di Gianni Zanasi (piccole produzioni come "Nella mischia", miracoli di equilibrio e profondità), è lecito che le aspettative su "Non pensarci" siano elevate. E invece? Invece, ci troviamo di fronte a una commedia certamente pungente, brillante, ben recitata, ma tutto sommato priva di una vera scintilla, di quella voglia di affondare il colpo che pure poteva essere nelle corde del regista e dei temi affrontati. La famiglia Nardini è un serraglio di personaggi al limite del grottesco, rappresenta a modo suo uno spaccato della provincia italiana, ma cerca indulgenza nel pubblico e questo è un po’ il limite complessivo dell’operazione. Stefano è l’ennesimo soggetto nella fascia dei trenta che non sa bene chi è e cosa ha raccolto finora dalla vita. Emigrato a Roma dalla provincia romagnola per allontanarsi da un futuro nell’azienda paterna di ciliegie sciroppate, ha provato a fare il musicista, senza troppo successo. Una nuova rottura sentimentale e il precariato esistenziale che ne consegue lo spingono a un ritorno a casa. Invece dell’agognato rifugio, trova una situazione che è poco definire intricata. Il padre ha avuto un infarto che lo ha costretto a lasciare il lavoro attivo, confinandolo nel golf e poco più. La sorella, sospettosamente senza ombra di fidanzati, ha mollato l’università per andare a lavorare in un delfinario e il fratello sta affrontando una crisi matrimoniale che si somma all’imminente fallimento dell’attività industriale che non ha saputo gestire a dovere. Per non parlare della madre, persa dietro corsi new age di autostima per evitare la depressione. L’incrocio di questo serraglio, via via alimentato da altre comparse altrettanto caratterizzate, genera dialoghi spesso brillanti, getta una luce sul ruolo delle banche e quello della politica ruspante nella vita della gente, ma tutto sommato si accontenta di far sorridere qua e là e finisce per solidarizzare con tutti, dagli industriali vecchio stampo dal cuore buono, ai giovani in carriera che scoprono in realtà di non contare nulla. Più si va avanti e più il rischio di deragliare si fa concreto, specie di fronte a clamorose rivelazioni, improbabili suicidi ed equivoci un po’ telefonati. Per arrivare a un finale decisamente consolatorio.

PER: Più che il tono amaro e sconsolato di piccoli e importanti film come "Apnea" o "L’aria salata", ci si ritrova con l’ennesima variante di "Lezioni di cioccolato" o "Bianco e nero"

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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