LA ROSA BIANCA - SOPHIE SCHOLL
Presentato in concorso al Festival di Berlino 2005 e vincitore per la Miglior Attrice e Miglior Regia

Regia di: Marc Rothemund
Attori: Julia Jentsch, Alexander Held, Fabian Hinrichs, Johanna Gastdorf, André Hennicke e Florian Stetter
Titolo originale: Sophie Scholl - Die letzten Tage
Origine: Germania 2005
Distributore: Istituto Luce
Link: www.luce.it www.sophiescholl-derfilm.de www.larosabiancailfilm.it www.bavaria-film.de
Durata: 117’
Programmato dal 28 ottobre 2005

Candidato all’Oscar 2006 per la Germania, "La rosa bianca" ricostruisce gli ultimi momenti di vita dell’omonimo movimento universitario sorto nel 1943 per contrastare le scelte belliche di Hitler e denunciare la carneficina di connazionali mandati a combattere soprattutto sul fronte russo. In originale, si chiama "Sophie Scholl", tradendo così l’intenzione di evidenziare soprattutto la figura dell’unica esponente femminile del movimento, giovane quando risoluta "pasionaria", capace di difendere la proprie idee di fronte a ufficiali della Gestapo e giudici di tribunali. Sophie venne arrestata insieme al fratello più grande, Hans, mentre distribuiva volantini all’università di Monaco. Il film si concentra soprattutto sui faccia a faccia, frequenti, con l’ufficiale Robert Mohr, duro inquisitore che, via via, lascia intravedere tratti da figura paterna, colpita dalla decisione con la quale la ragazza dapprima nega le accuse e poi, quando non le prove a suo carico si faranno evidenti, continua a difendere le proprie convinzioni, rifiutando la proposta di rinnegarle per ottenere la libertà. Il film mantiene uno sguardo quasi asettico sui confronti a due, concentrandosi sui volti, maschere che tradiscono appena le emozioni interiori di esseri umani chiamati da una Storia assurda a scontrarsi nella maniera più dura e drammatica. La Scholl prova in tutti i modi a salvarsi, ma poi accetta il proprio destino, dando sempre l’impressione di imporsi sul suo interrogatore, dapprima quasi convincendolo della propria innocenza e poi riuscendo a fargli credere che la "Rosa Bianca" fosse un’idea solo sua e del fratello. Il regista ha lavorato sui verbali degli interrogatori originali e ha cercato di calarsi nella psicologia soprattutto della ragazza, chiamata a scegliere il proprio destino e pronta all’estremo sacrificio, attraverso un percorso di crescita interiore che si rafforza nei sei giorni che precedono l’esecuzione e che vengono descritti nel film. Già altri due film tedeschi avevano raccontato la storia della "Rosa Bianca", ma quello, omonimo, di Michael Verhoeven aveva ritratto l’intero gruppo e la sua evoluzione, mentre "Gli ultimi cinque giorni", di Percy Adlon, si era concentrato sul punto di vista della compagna di cella di Sophie, la comunista Else Gebel. Quello degli Scholl e compagni, invece, era più semplicemente un movimento pacifista, senza ideologie alle spalle, con componenti perlopiù cattolici osservanti. Anche questo viene descritto nel film, accanto al costante senso di perdita della libertà rappresentato dallo sguardo della protagonista, rivolto in ogni momento possibile, agli scampoli di cielo intravisti dalle finestre della prigione.

PER: Scegliendo un tono quasi documentaristico, il film non perde troppo in emotività, anche se qualche pausa in meno avrebbe giovato.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )

 

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