PROOF
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2005

Regia di: John Madden
Attori: Gwyneth Paltrow, Anthony Hopkins, Hope Davis, Jake Gyllenhaal, Gary Houston, Anne Wittman, Leland Burnett, Daniel Hatkoff, John Keefe, Haroula Spyropoulos, Colin Stinton e Leigh Zimmerman
Titolo originale: Proof
Origine: USA 2005
Distributore: Buena Vista
Link: www.buenavista.it www.proof-movie.com www.proof.it
Durata: 100’
Programmato dal 3 marzo 2006

L’associazione genio matematico-follia non è un tema particolarmente nuovo e già "A beautiful mind" se n’era occupato, con risultati a tratti anche affascinanti, per quanto possibile con un film di Ron Howard. "Proof" sdoppia in due personaggi la dicotomia, lasciando intendere un tratto di ereditarietà, che risiede più nella mente della figlia che nella realtà delle cose. Robert è stato un grande matematico. All’inizio del film lo vediamo dialogare con la figlia ed è dalle sue parole che scopriamo che è appena morto. Sì, perché si tratta di un’allucinazione di Julia, ragazza di belle speranze, sottratta a una carriera accademica sicura per accudire a un padre divenuto folle in tarda età. A casa di Julia si presenta Hal, ex assistente del professore, innamorato di lei e desideroso di avere accesso a un nutrito numero di quaderni che Robert ha lasciato. La speranza del giovane è quella di trovarvi la dimostrazione di un teorema legato alla correlazione dei numeri primi, un grattacapo che alimenta il dibattito fra i matematici da lungo tempo. Il film procede difficoltosamente fra salti temporali, mostrandoci il presente di Julia, insicura, fragile, sola e ancora un po’ succube della personalità paterna, in relazione al passato recente, nel quale il genitore avrebbe avuto un improvviso recupero di lucidità, giusto per scrivere la dimostrazione che tutto il mondo attende e che solo un genio assoluto può trovare. La "prova" esiste su un quaderno: ma chi l’ha scritta, il padre o la figlia?

 

 

Il dubbio si scioglierà alla fine, dopo che i sentimenti dei due personaggi sono a loro volta stati messi alla "prova", di fronte a una ricerca comune di stabilità difficile da trovare. Detto che non tutti i matematici sono necessariamente folli e viceversa, il tentativo di usare una metafora per raccontare il disagio della solitudine e dell’instabilità mentale, di chi ce l’ha o di chi pensa di averla, appare alla lunga fragile. All’intreccio di sentimenti manca profondità e all’abbozzo di thriller legato al dubbio sull’esistenza o meno della "prova" manca la necessaria tensione. I personaggi restano così un po’ abbandonati a loro stessi, quasi dei bozzetti incompiuti, dei quali si finisce con il disinteressarsi.

PER: La mente umana resta un mistero anche dopo l’ininfluente contributo dell’autore di "Shakespeare in love".

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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