RUNNING

Regia di: Wayne Kramer
Attori: Paul Walker, Cameron Bright, Vera Farmiga e Chazz Palminteri
Fotografia: Jim Whitaker
Scenografia: Toby Corbett
Montaggio: Arthur Coburn
Musica: Mark Isham
Produttori esecutivi: Andrew Pfeffer, Andrea Grosch, Andreas Schmid, Matt Luber e Stewart Hall
Produttori: Michael Pierce, Brett Ratner e Sammy Lee
Titolo originale: Running Scared
Origine: USA e Germania 2006
Distributore: Videa-Cde
Link: www.runningscaredthemovie.com www.newline.com www.videa-cde.it
Durata: 122’
Produzione: Media 8 Entertainment, International Production Company, True Grit Productions, VIP 1+2 Medienfonds e VIP 2 Medienfonds
Programmato dal 14 aprile 2006

Ogni tanto, arriva un film d’azione pura pensato per il puro intrattenimento, ma capace di svolgere bene il proprio limitato compito, tenere viva l’attenzione, divertire senza irritare (troppo). "Running" rientra in questa categoria, punta prevalentemente sul ritmo serrato e sugli estetismi formali, ma lascia trasparire in sottofondo una visione poco ottimistica della società, dov’è l’innocenza violata dei bambini a fare da filo conduttore nella metaforica oscurità della notte. Tanto per capire subito dove siamo, nella prima sequenza uno scambio di droga e soldi si conclude in una carneficina, causa l’intervento di un gruppo di apparenti rapinatori esterni, che poi si riveleranno essere poliziotti. I pochi sopravvissuti sono malviventi appartenenti a una gang di italiani e Joey, uno di quelli che non conta troppo, ha il compito di far sparire la pistola che ha colpito i tutori dell’ordine. Lui la nasconde a casa, ma si fa vedere dal figlio e dal suo amichetto vicino di casa. Quest’ultimo pensa bene di trafugarla e, di fronte all’ennesimo sopruso del patrigno, la sfodera e la usa pure, ferendo il derelitto genitore acquisito e poi scappando nella notte metropolitana.

 

 

Tutto ciò accade nei primi 12 minuti di film. Si arriva alle due ore finali seguendo l’affannoso inseguimento di Joey all’arma che nel frattempo passa qualche volta di mano. Sulle tracce della pistola, peraltro, ci sono anche i poliziotti, guidati da un corrotto detective, e la mafia della quale anche Joey fa parte. L’intrigo, in sostanza, è semplice e funzionale all’inanellarsi di situazioni di tensione, dialoghi infarciti di parolacce da bassifondi e violenza distribuita a pacchi. Wayne Kramer usa un’estetica da videogame, virtuosismi di puro compiacimento, qualche furbata (come il patrigno russo che cade come il suo idolo, John Wayne). Pur non pretendendo di innovare alcunché o di smuovere le coscienze, assolve al compito di mantenere viva l’attenzione e tratteggia una società inquietante, con i bambini oggetto e inconsapevoli vettori della violenza di cui è intriso il mondo.

PER: Chi non si vergogna di vedere un b-movie e magari ci scopre tracce di una tradizione che rimanda a maestri come Samuel Fuller, per citarne uno.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

home mail