TEXAS

Regia di: Fausto Paravidino
Attori: Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Fausto Paravidino, Valerio Binasco, Iris Fusetti, Carlo Orlando, Alessia Bellotto e Teco Celio
Origine: Italia 2005
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it www.fandango.it
Durata: 100’
Programmato dal 14 ottobre 2005

Una storia di provincia, l’ennesima. Eppure qualcosa di diverso e almeno in parte stimolante c’è. Fausto Paravidino, fin qui soprattutto attore di teatro, esordisce nella regia cinematografica in modo promettente. con uno spaccato italico che non aggiunge troppo a quello che già abbiamo visto in altre storie assimilabili, ma tradisce uno spirito sincero, qualche idea di messa in scena e una morale che non c’è e anche questo non è un pregio da poco. La storia abbraccia tre mesi invernali in un paese qualunque dell’entroterra torinese. Si parte con la descrizione di situazioni di tensione che poi vengono ricostruite in flashback. Ci sono i giovani, un gruppo di amici che non sembra essere troppo legato, che passa il tempo a bere nei locali o alle feste di Natale, senza apparenti aspirazioni né certezze. Qui ci sono i quarantenni, identificati in una coppia in crisi di noia, che sembra tirare avanti per inerzia, ma anche dai genitori di alcuni ragazzi, affogati nella volgarità o nelle aspirazione politiche "basse". Infine, gli anziani, quelli che un passato legato alla Storia l’hanno avuto e oggi guardano perlopiù sbigottiti ciò hanno seminato, in fondo senza capire. Il film esamina le loro vite, la patina di falso che ricopre le relazioni e nasconde verità spesso tristi. Ogni tanto qualcuna di esse si incrocia. Come quelle di Maria, insegnante quarantenne annoiata e di Gianluca, ventenne dall’aspetto e il carattere un po’ "maudit", irrequieto e non del tutto rassegnato a una vita "no future". Tra i due nasce la passione, tutto il paese lo viene a sapere in breve tempo e la situazione finisce sul punto di deflagrare. Di originale, Paravidino ci mette uno sguardo che non giudica, osserva in modo quasi documentaristico, usa un montaggio nervoso, lascia spazio ai caratteri, predilige le oscurità. Non si fa intrappolare nemmeno dalla necessità di creare un finale. Tuttavia, per essere un Altman di provincia, occorre fare ancora un po’ di strada. Il film, infatti, risulta un po’ troppo scritto, con dialoghi meccanici soprattutto nei momenti di apice drammatico e un dialetto decisamente forbito per i personaggi che lo parlano. Certe situazioni, così, si sviluppano in modo un po’ forzato, rischiando il paradosso, ad esempio nella reazione del ragazzo con la macchina (danneggiata) del padrone o in quella del marito di Maria, pronto (forse) a uccidere chi ha umiliato lui e il padre. Comunque la stoffa c’è e qui si evidenzia anche per l’ottimo lavoro degli attori, sia quelli che hanno scritto il film sia gli "ospiti" illustri, da Valeria Golino a Valerio Binasco, senza trascurare un Riccardo Scamarcio già pronto a farci dimenticare gli esordi con Lucini ("Tre metri sopra il cielo", "L’uomo perfetto").

PER: Andare a scuola di depressione in provincia.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )
Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell'archivio.

 

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