SESSO E FILOSOFIA

Regia di: Mohsen Makhmalbaf
Attori: Daler Nazarov, Mariam Gaibova, Farzana Beznazarov e Tahmineh Ebrahimova
Titolo internazionale: Sex and Philosophy
Origine: Francia, Iran e Tajikistan 2005
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com
Durata: 102’
Programmato dal 14 aprile 2006

Uno dei grandi punti di forza del maestro iraniano Mohsen Makmalbaf è sempre risieduto nella giustapposizione di una stilizzata capacità visiva e di un realismo sociale in stile da documentario. In "Sesso e Filosofia" regna sovrano il lato "artistico" dell’equazione, tanto da far sembrare alcuni suoi film precedenti (come "Viaggio a Kandahar") quasi come delle pur straordinarie improvvisazioni. Molto attento ai colori e ai punti di ripresa, Makmalbaf confezione un’opera di riflessione su amore e passione centrata su un individuo, che potrebbe essere un alter ego dello stesso regista e che si ritrova a girare la boa dei quarant’anni. Con evidenti assonanze a "All that jazz" (ma senza l’attacco di cuore del protagonista a condizionare tutto), va in scena un maestro di danze che filosofeggia sull’effimera natura della passione nella società moderna e usa questo come pretesto per cambiare continuamente donna, per esplorare ogni volta un diverso stadio della stessa emozione. Alla sogli della cosiddetta "mezza età", tuttavia, le cose paiono cambiare e anche l’uomo prova a guardarsi dentro, coinvolgendo musicisti di strada per la sua festa e radunando le sue quattro amanti, che assumono le sembianze di danzatrici-muse, per un ultimo tango in Tadjikistan. Ne nasce una sorta di insolito musical, fatto di ironie e richiami alla vita in forma di danza. Ma anche di ricordi e di frequenti riflessioni sul concetto di amore vero e passione, evocate nel confronto fra il maestro di danza e ognuna delle quattro danzatrici, segnato da un cronometro, che dovrebbe servire a fermare il tempo. Makmalbaf pare, per una volta, molto più interessato alle immagini che ai contenuti. Gli incontri e le situazioni, anche di convivenza forzata di gruppo, sono coreografati, il sesso è pressoché completamente evocato e mai esibito, ma colpiscono anche le scene in cui il protagonista vaga solitario nel passare da una donna all’altra. Spiazza ancora una volta una regista che ha fatto della mancanza di punti di riferimento un proprio stile. Certo, sono più efficaci i film che pedinano la realtà drammatica di un Paese come l’Iran o del vicino Afghanistan, ma è qui che si può apprezzare tutta la capacità visionaria di un autore destinato a lasciare una traccia duratura nel tempo.

PER: Discutere di temi vecchi come il mondo in modo raffinato. E decisamente femminista, anche se non sembrerebbe troppo fino al colpo di scena finale.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

home mail