LA SPINA DEL DIAVOLO

Regia di: Guillermo Del Toro
Attori: Eduardo Noriega, Marisa Paredes, Federico Luppi, Irene Visedo, Fernando Tielve e Inigo Garces
Titolo originale: El espinazo del diablo
Titolo internazionale: The Devil’s Backbone
Origine: Spagna e Messico 2001
Distributore: Moviemax
Link: www.moviemax.it www.mondotv.it www.sonyclassics.com/devils-blackbone/index.htm
Durata: 104’
Programmato dal 30 giugno 2006

Il messicano Guillermo Del Toro, qui produttivamente spalleggiato dai fratelli Almodovar, ha forse trovato il modo di inventare un nuovo genere: l’horror storico. Non che sia nuovo in sé costruire storie di paura ambientate in altre epoche. Rispetto ad altri esempi, tuttavia, qui l’elemento inquietante è perfettamente funzionale alla riflessione sul contesto storico descritto e non semplicemente un fattore di spavento. Il film è ambientato durante la Guerra Civile in Spagna. I fascisti di Franco hanno ormai conquistato il potere e il remoto orfanotrofio teatro della vicenda, che ospita bambini di combattenti ancora impegnati in battaglia o già scomparsi, attende l’ineluttabile fine. Lì arriva Carlos, che viene assegnato il letto 12, altrimenti noto come il "letto di Santi". Così si chiamava un altro ragazzino, morto qualche tempo prima in circostanze misteriose e il cui fantasma è stato visto aggirarsi in zona o udito emettere un doloroso pianto. Carlos impara le regole del posto, chi dev’essere suo amico e chi no. L’istituto è gestito dal vecchio dr. Casares e dalla moglie Carmen, che si ritrova con una gamba di legno. La presenza più disturbante, tuttavia, è quella del giovane Jacinto, ex allievo e oggi custode, chiaramente simpatizzante per i franchisti, furbo profittatore e desideroso di trovare l’oro che i vecchi forse nascondono nell’edificio. Carlos avrà ripetuti incontri con il fantasma di Santi, ne rimarrà inizialmente terrorizzato, ma imparerà che il ragazzino scomparso, in realtà, ha qualcosa da comunicare sulla sua morte, una ferita aperta da sanare, che c’entra naturalmente con il luogo, ma anche con i tempi che tutti stanno vivendo. Del Toro ("Mimic") si conferma regista interessato all’uso di elementi horror che, in realtà, servono per testare le anime dei suoi personaggi. Che qui sono anche simboli del periodo storico raccontato. Jacinto rappresenta la violenza e l’avidità delle epoche storiche caratterizzate da regimi dittatoriali, mentre Carlos si identifica con il futuro della Spagna, con il suo modo di pensare in "avanti". La vicenda è ben costruita. logica e scevra di compiacimenti. Funziona anche l’allegoria dell’istinto alla vita che anima l’orfanotrofio, mentre fuori di lì domina il deserto di una Spagna ormai consegnata alla violenza e al sopruso. Il film esce da noi in clamoroso ritardo di cinque anni e, nel frattempo, Del Toro è ritornato sul filone dell’horror storico con "Il labirinto del fauno", ambientato nel 1940 e presentato all’ultimo Festival di Cannes.

PER: Per certi versi, anche se con uno svolgimento diverso, questo film potrebbe essere paragonato a "The others". E’ anche più convincente.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 8 gennaio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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