TENACIOUS D E IL DESTINO DEL ROCK Regia di: Liam LynchAttori: Jack Black, Jason Reed, Tim Robbins, Ben Stiller, JR Reed, Paul F Tompkins, John C. Reilly, Meat Loaf, Ronnie James Rio e Kyle Gass Sceneggiatura: Jack Black, Kyle Gass e Liam Lynch Fotografia: Robert Brinkman Scenografo: Martin Whist Montaggio: David Rennie Musica: Tenacious D Produttori esecutivi: Ben Stiller, Toby Emmerich, Richard Brener, Cale Boyter e Georgia Kacandes Produttori: Jack Black, Kyle Gass e Stuart Cornfeld Titolo originale: Tenacious D in: the Pick of Destiny Origine: USA 2006 Distributore: Mediafilm Link: www.mediafilm.it www.tenaciousdmovie.com www.mediafilm.it/tenaciousd Durata: 93’ Produzione: New Line Cinema e Red Hour Programmato dal 23 febbraio 2007 Delle attitudini musicali di Jack Black avevamo già avuto un saggio in School of Rock. I Tenacious D sono una band reale, nella quale l’attore suona e ora le viene data la possibilità di esporsi a un pubblico più ampio rispetto a quello, assai più selezionato, che ne ha potuto apprezzare lo stile dal vivo. Black interpreta un ribelle che da piccolo fugge di casa per ripicca verso un padre ipercattolico e repressivo (un cameo divertente del rocker Meat Loaf). Arrivato a Santa Monica, incontra Kyle Gass, un musicista da spiaggia, che batte le strade in cerca di un plettro per chitarra dalle origini demoniache. Come si può intuire, il film pende decisamente verso il demenziale, ironizza sul rock come "musica del diavolo", inscenando addirittura un confronto chitarristico con Satana in persona (altro cameo, questa volta del leader dei Foo Fighters Dave Grohl). |
In questa sorta di "Signore degli anelli" musicale, prevale l’anarchia e il gusto dell’assurdo. Black ci mette tutto se stesso nel canto, con un tono a metà fra l’auto-parodia e l’indulgenza verso se stesso. Assai meno carismatico il partner Kyke Gass, straniato ma monoespressivo. Il film diverte soprattutto per le apparizioni di volti noti, da Ronny James Dio all’inizio, a Ben Stiller, che interpreta un rifugiato rock’n’roll, per finire con una specie di santone dalle fattezze di Tim Robbins. Alla lunga, però, annoia un po’ e appare fin troppo personalizzato sui propri interpreti. Guai a tirare in ballo i "Blues brothers"… PER : Appassionati di rock duro e del trash non troppo spinto.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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