UN UOMO QUALUNQUE Regia di: Frank A. CappelloAttori: Christian Slater, Elisha Cuthbert, William H. Macy, Sasha Knopf, Jamison Jones e John Gulager Fotografia: Brandon Trost Montaggio: Kirk Morri Casting: Don Phillips e Jason Mundy Scenografo: Ermanno Di Febo-Orsini Musiche: Jeff Beal Produttori: Michael Leahy e Frank A. Cappello Produttore esecutivo: Jason Hallock Titolo originale: He Was A Quiet Man Origine: USA 2007 Distributore: One Movie Link: www.onemovie.it www.hewasaquietman.com www.uomoqualunque.com Durata: 95’ Produzione: Quite Movie LLC Programmato dal febbraio 2008 Curiosamente, un film vecchio di un paio d’anni esce ora in Italia e diventa di stretta attualità, dopo le recenti stragi compiute dai soliti folli armati in un Paese dove la violenza sembra poter esplodere in qualunque momento. Qui, il protagonista è Bob Maconel, un impiegato vagamente fantozziano, vittima predestinata di colleghi e superiori, innamorato segretamente della segretaria del capo. Un concentrato di rabbia repressa, che vive solo, parla con il suo pesce rosso e tiene un’arma nel cassetto della scrivania. Ogni tanto prova a caricare la pistola, ma non riesce mai a completare l’opera. Nel giorno che, forse, potrebbe essere quello buono per fare una strage, ci pensa un altro collega ad anticiparlo. Da potenziale serial killer, Bob si trasforma così in eroe, usando la rivoltella per uccidere l’impiegato impazzito. Da modesto passacarte, viene promosso a vicepresidente delle attività creative (non è molto chiaro cosa faccia la sua azienda, che pure fa parte delle Fortune 500). La sparatoria fa qualche vittima, ma lascia in vita Vanessa Parks, proprio la bella segretaria di cui Bob è innamorato. La ragazza è stata colpita ed è destinata a resta paralizzata. Lui si reca a trovarla in ospedale e lei gli chiede di aiutarla a farla finita. Succederà invece che fra i due nascerà l’amore, ma questo non basterà a reprimere del tutto le pulsioni malate del protagonista. La prima parte di "Un uomo qualunque" è abbastanza interessante. Il ritratto dell’impiegato frustrato e potenzialmente pericoloso viene reso credibile dalla prestazione di un mimetico Christian Slater e dalle immagini deformate che anche noi vediamo come se fossimo nel suo cervello. Quando entra in gioco il sentimento e prende corpo il rapporto fra Bob e Vanessa, il film perde progressivamente forza e si avviluppa su se stesso, scegliendo una soluzione finale debole e un po’ prevedibile. PER : Diffidare del tranquillo vicino di scrivania e dei suoi cassetti.Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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