SHOOT’EM UP – SPARA O MUORI
Presentato al Festival di Venezia 2007

Regia di: Michael Davis
Attori: Clive Owen, Paul Giamatti, Monica Bellucci, Stephen McHattie e Greg Bryk
Fotografia: Peter Pau
Scenografo: Gary Frutkoff
Montaggio. Peter Amundson
Musica: Paul Haslinger
Produttori: Susan Montford, Don Murphy e Rick Benattar
Produttori esecutivi: Douglas Curtis, Toby Emmerich e Cale Boyter
Produttore associato: Jeff Katz
Titolo originale: Shoot ’em up
Origine: USA 2007
Distributore:
Link: www.eaglepictures.com www.newline.com www.shootemupmovie.com www.shootemup.it
Durata: 87’
Produzione: Montford/Murphy Productions
Programmato dal 11 aprile 2008

Ormai si è capito che i film tratti o ispirati da famosi videogame non sono altro che rumorosi oggetti di puro intrattenimento. Dietro il termine "Shoot’em up" si nasconde addirittura un genere, quello dei cosiddetti "sparatutto", dove conta solo essere rapidi a colpire il nemico, prima che accada il contrario. La versione cinematografica di questo concetto ne riflette esattamente la natura originaria. All’inizio della vicenda, una ragazza incinta si trova a essere inseguita da un cattivo che vuole eliminarla. Si imbatte in una specie di barbone-killer che decide di prendersene carico e inizia a porsi di traverso ai piani dello psicopatico esponente del male a suon di colpi di pistola. La donna partorisce e il nostro eroe decide di spendere una cartuccia anche per tagliare il cordone ombelicale. Così parte la caccia all’uomo, durante la quale un eroe solitario, con il solo supporto di una prostituta dal cuore d’oro, cerca di proteggere il neonato, preservare il pericoloso segreto della sua origine e trovargli una nutrice.

 

 

Su questa esilissima trama, il regista Michael Davis costruisce il suo fumettone violento, dove la logica cede ossequiosamente il passo a uno spettacolo visivo del tutto incurante delle leggi della fisica. Certamente, Davis ha speso più tempo a disegnare il look dei propri personaggi che non le loro psicologie. L’ispirazione arriva dai film di John Woo del periodo di Hong Kong, come "The killer" e "Hard boiled". Come nelle opere del maestro, tutta l’attenzione viene posta sulla precisione di elaborate coreografie, attraverso azioni eccitanti, rapide, acrobatiche e anche efficacemente cinetiche. I momenti strettamente narrativi sono rari e servono solo a spostare il confronto fra Clive Owen e Paul Giamatti in luoghi differenti. I dialoghi sono del tutto ininfluenti e fanno passare in secondo piano persino il solito ridicolo doppiaggio di Monica Bellucci. Come puro giocattolo, "Shoot’em up" funziona pure, purché si lasci l’intelligenza parcheggiata fuori dalla sala.

PER: Farsi travolgere (o insultare, dipende dai punti di vista) da uno tsunami sonoro e visivo.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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