VAI E VIVRAI

Regia di: Radu Mihaileanu
Attori: Moshe Abeba, Roschdy Zem, Yael Abecassis, Sirak M. Sabahat, Moshe Agazai, Roni Hadar, Raymonde Abecassis, Rami Danon, Meskie Shibru-Sivan
Titolo originale: Va, vis et deviens
Origine: Francia 2005
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it
Durata: 153’
Programmato dal 4 novembre 2005

Dalla commedia al dramma, cambia registro il regista di "Train de vie". Ma Radu Mihaileanu conferma con "Vai e vivrai" la propria attitudine all’indagine sullo spirito e la natura dell’ebraismo, messi a confronto coni grandi fatti della Storia recente. Il film porta alla luce un episodio accaduto fra il novembre del 1984 e il gennaio del 1985 e che ebbe, all’epoca, una risonanza mondiale. Si ricorda, infatti, il salvataggio di migliaia di ebrei etiopi, denominati "falasha" (in amarico significa "esiliati"), portati dal Sudan in Israele per volere delle autorità di quello Stato, con il supporto degli Usa e dell’Europa. Questa minoranza aveva subito, come moltissimi altri africani, gli effetti della fame e della guerra civile in corso nel Paese guidato dal dittatore Mengistu, con l’aggravante dell’ostracismo perpetrato dai compatrioti. Poche ore prima della partenza del camion che trasporterà in Israele i falasha sopravvissuti, il piccolo Schlomo muore fra le braccia della madre. Kidane, cristiana, vede tutto e ordina al proprio figlio di aggregarsi alla sfortunata donna e fingersi ebreo per poter avere una vita migliore. Il bambino viene adottato da una famiglia ebrea di origine francese già con due figli. Schlomo cresce apprendendo rapidamente usi e costumi della nuova terra, ma il segreto che si porta dentro, il suo isolamento e la separazione dalla madre biologica alimentano il suo turbamento, che potrà placarsi, forse, solo con un ritorno nella terra d’origine. Mihaileanu aveva incantato con il suo precedente film. giocato sul filo di una comicità tutta ebraica e mischiata alla tragedia dello sterminio del popolo ebreo avvenuto al tempo del nazismo. Alle prese con una produzione internazionale di ampio respiro e una superiore complessità di temi, il regista mostra qualche impaccio di troppo, pur confermando grandi abilità di narratore, ponendo anche interrogativi non banali intorno alle questioni dell’integrazione e della menzogna. Il film mette il dito nella piaga di una società che ha vissuto il genocidio sulle proprie spalle, ma non esita a perpetrare la discriminazione sulle minoranze, mostrando in una parte di sé un integralismo pari a quello dei nemici che combatte. La paura e l’istinto finiscono spesso con il prevalere sulla memoria e la ragione, ma per fortuna, in ogni società, esiste anche un animo pacifista e tollerante che alla fine emerge. A una prima parte visivamente efficace ed emozionante, ne segue una seconda, dopo l’arrivo di Schlomo in Israele, un po’ più scontata, talvolta caricaturale e assai tirata per le lunghe, con una colonna sonora che, chissà perché, più passa il tempo e più si dimostra invasiva.

PER: Recuperare alla memoria un episodio recente della Storia già dimenticato e riflettere sulle contraddizioni dell’integrazione sociale, comune a tante società nel mondo.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )

 

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