LA VITA SEGRETA DELLE PAROLE
Presentato nella sezione "Orizzonti" al Festival di Venezia 2005 e premiato con il Goya Award 2006 per il miglior film e miglior regia

Regia di: Isabel Coixet
Attori: Sarah Polley, Tim Robbins, Julie Christie e Javier Cámara
Titolo originale: La vida secreta de las palabras
Origine: Spagna 2005
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com
Durata: 102’
Programmato dal 17 marzo 2006

Dopo aver ritratto un paziente malato terminale in "La mia vita senza di me", l’attrice Sarah Polley si riunisce di nuovo con la regista catalana Isabel Coixet per il suo secondo lavoro in lingua inglese, ancora centrato sul corpo debilitato, sul dolore e la sofferenza, ma anche sulla delicatezza di un sentimento fra soggetti segnati dal tempo e dalla Storia. La Polley interpreta Hanna, una donna straniera, con un passato oscuro, che si trova a passare alcune settimane su un piattaforma petrolifera, come infermiera di Josef, seriamente ferito da un incendio scoppiato lì e impossibilitato a muoversi. Lei è momentaneamente sorda e si aiuta con un apparecchio, lui è momentaneamente cieco e quindi è propenso soprattutto ad ascoltare. Entrambi hanno segreti che cercano di nascondere, Hanna non parlando e Josef parlando troppo. La sceneggiatura scava in questi due soggetti feriti esteriormente e interiormente, in un crescendo di rarefatta confidenza, fino alle terribili rivelazioni della ragazza, che allargano l’ambito ai recenti eventi storici e spingono a riflettere su come il genere umano possa facilmente dimenticare o generare eventi che debbano essere ricordati.

 

 

Per lunghi tratti, il film procede fra i silenzi e il lento e reciproco senso di scoperta l’uno dell’altra. Verso la fine, si abbandona l’intimità della stanza dove i due hanno vissuto insieme e quindi il testo perde un po’ di intensità. Ma nel complesso, "La vita segreta delle parole" è un film compiuto, che dà peso al dialogo e all’umanità, facendo leva sui due attori protagonisti, ottimamente in parte, anche se Tim Robbins è un po’ troppo statico. Un’opera dolente, forse solo un po’ troppo lunga, ma capace di lasciare tracce destinate a durare ben oltre l’uscita dalla sala.

PER: Chi cerca una storia di sentimenti diversa dal solito.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

home mail