UNA VOCE NELLA NOTTE
Presentato al Sundance Film Festival 2006

Regia di: Patrick Stettner
Attori: Robin Williams, Toni Collette, Bobby Cannavale, Joe Morton, Rorary Culkin, John Cullum e Sandra Oh
Soggetto: dal romanzo di Armistead Maupin
Sceneggiatura: Armistead Maupin, Terry Anderson e Patrick Stettner
Fotografia: Lisa Rinzler
Montaggio: Andy Keir
Scenografo: Michael Shaw
Costumi: Marina Draghici
Musica: Peter Nashel
Produttori esecutivi: Michael Hogan, Armistead Maupin, Terry Anderson, Jonathan Sehring e Caroline Kaplan
Produttori: Robert Kessel, Jeffrey Sharp, John N. Hart e Jill Footlick
Titolo originale: The Night Listener
Origine: USA 2006
Distributore: Videa-Cde
Link: www.videa-cde.it/unavocenellanotte www.thenightlistener-movie.com www.videa-cde.it www.fortissimofilms.com
Durata: 88’
Produzione: Hart Sharp Entertainment e Independent Film Channel Productions
Programmato dal 12 gennaio 2007

È pericolosamente facile perdersi nel suono della voce d qualcun altro. Su questo tema, lo scrittore Armistead Maupin ha costruito il suo intrigante romanzo, pubblicato nel 2000, giocando sull’ambiguità e sulla debolezza umana. Questa versione per il grande schermo risente un po’ dell’origine letteraria, ma anche della presenza di un attore sempre abbastanza condizionante, nel bene e nel male. Robin Williams interpreta il ruolo di Gabriel Noone, un noto commentatore radiofonico, che attraversa un momento difficile della propria esistenza. Lasciato dal compagno, rinato dopo essere sopravvissuto all’Aids, si ritrova solo e malinconico. Qui si insinua la voce, quella di un quattordicenne, autore di un manoscritto che descrive una vita fatta di soprusi di ogni genere. Il suo editore crea il contatto e fra i due si instaura un rapporto telefonico destinato a crescere lungo il solco di un ideale legame padre-figlio. L’intervento della madre adottiva del ragazzo e le sue cattive condizioni di salute spingono Gabriel a far visita alla coppia, in un piccolo paese del Wisconsin. Lì inizia la parte più misteriosa della storia, legata al dubbio sull’identità tanto della madre e del figlio quanto, soprattutto, della voce fin lì conosciuta solo al telefono.

 

 

L’esordiente regista Patrick Stettner sceglie di confinare nell’ultima parte la componente di suspense e centra il grosso della vicenda sulla psicologia dei personaggi, fra senso dell’abbandono, vuoti sentimentali, violenza fisica che si abbina a quella dell’assenza di sentimenti. Potrebbe essere un punto di forza, ma in realtà diventa un boomerang per il film. Gabriel all’inizio è un uomo depresso, ma l’ingresso della voce nella sua vita sembra cambiarlo relativamente poco. Molti dipende dalla prestazione di Robin Williams, non nuovo a ruoli fatti di tristezza e solitudine. Se però in "One hour photo" o "The final cut", l’understatement funziona come motore per una reazione utile al film, qui sembra che il regista gli abbia imposto un eccesso di riflessività che si traduce in una sorta di nociva inerzia. E così, anche il film, lentamente, si perde il battito del cuore.

PER: Da evitare in caso di recenti separazioni.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 12 luglio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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