I VICERE’

Regia di: Roberto Faenza
Attori: Cristiana Capotondi, Lando Buzzanca, Lucia Bosè, Alessandro Preziosi, Sebastiano Lo Monaco, Guido Caprino, Franco Branciaroli, Assumpta Serna e Sebastiano Lo Monaco
Sceneggiatura: Roberto Faenza, Francesco Bruni, Andrea Porporati e Filippo Gentilini
Musica: Paolo Buonvino
Fotografia: Maurizio Calvesi
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Milena Canonero
Montaggio: Massimo Fiocchi
Origine: Italia e Spagna 2007
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.ivicere.it
Durata: 120’
Produzione: Jean Vigo Italia con Rai Cinema, ICC e Rising Star
Programmato dal 9 novembre 2007

Ci sono molto spesso ottime intenzioni che animano i film di Roberto Faenza. In questo caso, "I viceré" segna il recupero di un romanzo di Federico De Roberto censurato al tempo della sua pubblicazione, capace di raccontare la controversa transizione della Sicilia dal regno borbonico all’ingresso nello Stato italiano e utilizzato per raccontarci con lucidità quasi nichilista il nostro tempo confuso. La storia inquadra il percorso della famiglia Uzeda, nobile casato catanese, capitanato, al tempo dello sbarco dei garibaldini a Marsala, dall’avido principe Giacomo, uomo interessato solo al denaro, tanto da bruciare intorno a sé il terreno eventualmente spettante agli altri membri della famiglia. Fratelli, cugini, zii e parenti stretti non sono, in generale, molto migliori, dominati dalla corruzione e dalla perfidia. In questo clima, cresce Consalvo, figlio maggiore del principe, spirito ribelle, anche se un po’ indolente. Da piccolo viene mandato dai benedettini e lì scopre che la moralità è decisamente bassa anche fra le mura di chi la sbandiera come un valore assoluto. Diventato adulto, si fa affascinare dalla ventata di liberazione portata da Garibaldi e prova a mettersi di traverso al padre, che lo accusa di portare il malocchio in casa sua e lo allontana. Intanto, si snocciola il già noto campionario di matrimoni combinati e indesiderati, tradimenti, manovre subdole per acquisire potere. Lo Stato nasce, ma la situazione sociale resta più o meno la stessa e la morale finale è che per cambiare qualcosa occorre diventare spietati come quelli che vuoi combattere e, quindi, diventare come loro. Il racconto presenta numerosi spunti interessanti e genera riflessioni che si proiettano inevitabilmente sulla realtà dei nostri giorni, evocata continuamente con agganci fin troppo conclamati all’attuale realtà politica, dove comandano sempre i soliti potenti, non c’è più distinzione fra destra e sinistra ed essere "onesti e coraggiosi" non serve a niente. Purtroppo, però, la regia di Faenza ripropone lo stesso stile piatto già visto in altri film, la "Marianna Ucria" a "Prendimi l’anima" . Si racconta di passioni, intrighi, ideali e lotte con la stessa intensità vista in "Dallas" o le varie filiazioni televisive arrivate in seguito. Se Lando Buzzanca è la vera rivelazione e propone una maschera di despota sempre efficace, funzionano male gli altri personaggi principali, con un Preziosi che parte come un bambino represso e poi recupera il campionario di "Elisa di Rivombrosa" e una Capotondi buona al massimo per le commediole giovanilistiche.

PER: Non si sa se arrabbiarsi di più per la morale comunque negativa che il film lascia sui nostri tempi o per la confezione televisiva che appiattisce tutto.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 8 gennaio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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