CASINO ROYALE

Regia di: Martin Campbell
Attori: Daniel Craig, Eva Green, Mads Mikkelsen, Judi Dench, Jeffrey Wright, Giancarlo Giannini e Caterina Murino
Sceneggiatura: Neal Purvis, Robert Wade e Paul Haggis
Fotografia: Phil Meheux
Montaggio: Stuart Baird
Scenografo: Peter Lamont
Musica: David Arnold
Produttori esecutivi: Anthony Waye e Callum McDougall
Produttori: Michael G Wilson e Barbara Broccoli
Titolo originale: Casino Royale
Origine: Gran Bretagna 2006
Distributore: Sony Pictures Releasing
Link: www.columbiatristar.it www.sonypictures.it www.007casinoroyale.it www.sonypictures.com/movies/casinoroyale/site www.sonypictures.it/film/casinoroyale
Durata: 144’
Produzione: Albert R Broccoli’s Eon Productions
Programmato dal 5 gennaio 2007

Scegliendo "Casino Royale" come nuovo titolo della serie di 007, era evidente fin dall’inizio che gli autori volevano un ritorno alle origini. Il testo di partenza è il primo scritto da Ian Fleming, di versione cinematografica ce ne fu una ma "apocrifa" nel 1967, l’agente segreto parte senza nemmeno avere ancora la "licenza di uccidere" e in più qui c’è un nuovo interprete. Il risultato mantiene fede alle premesse e fa persino qualcosa in più. E’ chiaro che qualunque film con James Bond può interessare se si accettano le regole del suo gioco, ovvero quelle legate a un intrattenimento spettacolare, pieno di azione e leggero humor britannico, dove le donne sono "necessariamente" belle quanto pronte a concedersi. Detto questo, l’operazione "grado zero" riesce nell’intento di far dimenticare d’un botto quanto accaduto dopo l’abbandono del ruolo da parte di Sean Connery. I vari Roger Moore, Timothy Dalton o Pierce Brosnan hanno preso in carico il ruolo già sopra i 40 e si sono dovuti confrontare con sceneggiature che accumulavano acrobazie sempre più improbabili e seduzioni sempre più forzate, compensando le cabrate narrative con impennate di effetti speciali più chiassosi che utili. Il debutto di Daniel Craig si presenta coma una tabula rasa in tutti i sensi. L’attore ha l’aspetto di uno Steve McQueen con aplomb britannico, è rude e debole allo stesso tempo, non si atteggia a latin lover d’antan, non ha ancora la Aston Martin (la vince al gioco) e non gli importa un fico secco se il Martini deve essere liscio o agitato. Bond si trova ad affrontare non il solito magnate del male che vuole distruggere o impadronirsi del mondo, ma un banchiere senza scrupoli che lavora per soldi e solo per quello convive con terroristi e trafficanti di droga.

 

 

Le scene d’azione sono costruite perlopiù su performance fisiche e precisione di regia (si veda l’inseguimento di Mollaka, costato tre mesi di prove prima della ripresa). non monopolizzano la storia e sono integrate da effetti digitali funzionali ed efficaci (notevole il crollo dell’antico palazzo veneziano). In tutto questo, c’è spazio per un po’ di psicologia dei personaggi. Bond è addestrato a resistere a torture durissime (ce l’avreste visto Roger Moore a farsi prendere a mazzate sulle parti basse?), ma si innamora sul serio e per una donna arriva a piangere e quasi a mollare tutto. Il suo antagonista pare un freddo calcolatore, ma ha tic e difetti fisici che lo imbarazzano. Interno, come sempre, si muovono personaggi di cui non si capisce bene se fidarsi o no. "Casino royale" ha i difetti del cinema di intrattenimento senza troppe pretese, ma dimostra come si possa ancora fare un film d’azione efficace e incalzante senza piegarsi alla legge del computer, all’eroe invulnerabile o alla fantasia più inverosimile. Il problema è che dopo il "grado zero" si può solo salire e, quindi, per il futuro (ancora con Craig) c’è da temere.

PER: Appassionati ed esegeti di 007 (fra cui amici insospettabili), ma anche chi si trova per il poker settimanale e aspetta da "La stangata" un memorabile confronto sul grande schermo.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 12 luglio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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