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"Prima e dopo la Coppa America, il mio
orizzonte è sempre stato Punta Ala. Se nel frattempo sono
diventato un personaggio, proprio non riesco a dirvelo. Per strada
me ferma la gente che mi fermava prima, quelli che mi conoscono da
anni ...". State tranquilli, tutto uguale: Francesco de
Angelis non è cambiato, è sempre quello del parlare poco e
lavorare molto. Lo stile è lo stesso in casa Luna Rossa:
muta, semmai, il contenuto. "Abbiamo cambiato il sailing
team", spiega lo skipper di Prada, il primo timoniere non
anglosassone a vincere la Vuitton Cup. "Alcuni elementi sono
arrivati dopo la presentazione al Salone di Genova: adesso la
squadra, grosso modo, è decisa. Dovrebbe restare questa fino alla
Coppa, anche se i ritocchi sono sempre possibili nei prossimi due
anni". Se la prima sfida era all'insegna dell'autarchia,
sulla nuova Luna Rossa, già con la prua orientata verso Auckland
si parleranno lingue diverse. "L'ultima Coppa America era
Nuova Zelanda contro Italia: due barche con equipaggi formati da
gente dello stesso Paese. Bello, emozionante, ma di certo
irripetibile. Basti pensare che adesso anche Team New Zealand
ha acquistato velisti di altre nazioni. Se poi ti guardi attorno,
capisci che il mondo sta cambiando velocemente e che in tutti gli
sport si cerca di prendere il meglio che c'è da scuole diverse.
Il confronto e lo scambio fra culture differenti fa crescere. Noi
abbiamo fatto questo, cercando di prendere i migliori senza fare
distinzioni di passaporto. E, comunque, almeno a quello che si
sente dire in giro, nella prossima Coppa America ci saranno molte
squadre come la nostra".
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