APPELLO POLITICO

 

A chi è rivolto

 

Appello “politico” e non “ai politici”. Non per escluderli ma perché l’averne fatto una categoria, “i politici”, implica e nasconde una serie di ambiguità, di presunzioni, di arroganze, di deresponsabilizzazioni e di deleghe sulle quali sarebbe urgente indagare.

Non c’è disistima per i politici ma la convinzione, piena di speranza, che vi siano altri soggetti e ben altre risorse per la politica da scoprire e valorizzare, ma non da modellare su quelli che oggi vengono considerati come “i politici”. Penso che questi incontreranno grandissime difficoltà a comprendere ed accogliere questo appello ma, qualora ciò avvenisse, sarebbe un evento assai significativo.

Questo appello è per una politica radicalmente nuova che richiede una ridefinizione del concetto stesso di politica oggi corrente.

 

Quel che è successo il 16/04/00

 

In occasione di elezioni amministrative si è scatenata una gran lotta di potere politico con un duello centrale particolarmente spettacolarizzato.

La vittoria di una parte è stata netta.

E’ emerso il duellante più forte e tutti quelli della parte avversa, ma anche quelli della sua parte appaiono ridimensionati.

Un evento rivelativo: si sono tolti diversi veli. I più si accorgono solo della rimozione del velo esterno: non si pensava infatti che l’avanzata del Polo potesse essere così rilevante. Altri veli sono tolti mettendo a nudo una realtà molto più grave, ma pochi sono quelli che se ne accorgono e ci riflettono sopra seriamente.

 

Ed ora?

 

Tutti concordano che è il tempo della riflessione che, nella parte perdente – questo appello tiene particolarmente presente tale parte anche se è sinceramente rivolto a tutti, al di là degli schieramenti politici – è probabilmente dominata e compressa dalla ricerca di una rivincita.

Quale rivincita? Diversi sono i tempi e le opportunità prevedibili, comunque si tratta sempre di una rivincita di potere, di una conservazione o riconquista di maggioranze.

Tutto ciò appare ragionevole e in qualche misura necessario per salvare quel che rimane di un bene ancora indiscusso: la democrazia.

Ci sono tuttavia due modi, più un terzo assai diverso, di cercare la rivincita.

 

1.      C’è chi cerca la rivincita a breve termine analizzando quel che è successo, gli errori commessi, le colpe di questo o quel leader politico, di questo o quel partito. In base alle analisi si cercano nuove tattiche per ritrovare il potere e il consenso popolare: con nuovi programmi, nuovi leaders, nuove immagini, promesse e seduzioni …e, speriamo, senza inganni e senza violenze. Così si è anche portati a studiare e, in alcuni casi ad imitare, l’avversario.

Tutto ciò appare ragionevole e in qualche modo necessario.

 

2.      C’è chi invece cerca la rivincita nei tempi lunghi.

Ciò dipende da una diversa valutazione dei tempi necessari per gli spostamenti del consenso e dalla scelta dei mezzi migliori per conquistarlo.

C’è un motivo più profondo per accettare la pazienza dei tempi lunghi: capire che è una questione di formazione.

Specialmente negli ultimi anni la formazione politica è stata gravemente trascurata dai partiti, dai sindacati e da altri possibili soggetti di impegno politico. L’assetto di potere è arrivato facilmente non solo a trascurare ma anche a combattere la formazione.

Nei rari casi in cui si è fatta formazione, come nei tentativi di scuola di formazione politica promossa dai vescovi o comunque da realtà ecclesiali, quali sono stati i contenuti della formazione e quali gli obiettivi?

I contenuti: acquisizione di conoscenze di base, economiche, giuridiche, storiche, dottrinali; recupero di valori perduti; ricerca di vie nuove, ecc.

Gli obiettivi: uno soprattutto, è stato in posizione dominante: la conquista, prima o dopo, del potere, ai vari livelli della vita sociale. E questo perché c’è la convinzione radicata, indiscussa, che il potere è la via della politica. Questa convinzione è profonda, diffusa e condivisa come una fede; ma è idolatria.

 

3.      La coscienza politica[1].

C’è un terzo modo di cercare la rivincita: questo appello “politico”, carico di urgenza,  rivolto alla crescita della coscienza politica.

Parte ovviamente da un’analisi che scopre, in quello che è successo il 16/04/00, una rivelazione, una rimozione di tutti i veli che nascondono quel che c’è di più vero in ogni donna e in ogni uomo: la possibilità di scegliere fra la chiusura in se stessi e l’apertura agli altri. Ed è proprio là, nel più profondo della persona umana, che c’è la lotta decisiva. E’ là che va cercata la vera rivincita, ogni volta che  l’interesse personale prevale sull’apertura agli altri.

L’evento del 16/04/00 ha rivelato una forte crescita d’interesse personale e un declino della responsabilità verso gli altri, verso i singoli e la società, e della coscienza politica.

La formazione vista in funzione della rivincita nella gestione del potere, può appartenere a un ragionevole gioco democratico, ma è una risposta molto debole a una situazione assai grave che si è ora rivelata.

Una formazione che sia scuola ed esercizio di apertura e di effettiva presa in carico dei problemi degli altri e della società è la vera rivincita nei confronti del potere che seduce e domina su quanti si lasciano sedurre.

 

Il passo decisivo.

 

Impegnarsi personalmente e comunitariamente in scelte di vita in cui, lasciando in secondo piano gli interessi personali, si servono gli altri e la società nei modi che sembrano più validi, rispondendo alla domanda: di che cosa c’è più bisogno che io possa fare?

Per questo occorre sradicare dal nostro animo una passione profonda e sottile, uscire dalla lotta per il potere, scoprendo la possibilità di fare passi avanti nella liberazione dal potere.

L’appello politico  è un richiamo urgente al primato dell’alternativa al potere nei confronti dell’alternativa di potere.

Il passo decisivo è una conversione profonda che non può essere proposta se non è praticata in prima persona, singolare e plurale, io e noi.

 

Chi vive la fede cristiana e l’appartenenza alla Chiesa come ascolto della parola di Dio non avrà difficoltà a riconoscere in questo appello il riferimento a tutta la Bibbia.

Si potrebbe cominciare a meditare:

·        Ap V e XIII

·        I° Cor. 1-3

·        Ebr. 4, 12-13.

 

Chi cerca le vie dell’impegno politico dei cristiani a prescindere dalla parola di Dio continua a costruire sulla sabbia.

 

                                                   

Pasqua 2000                  Pio Parisi

 

N.B.: che volesse  rispondere a queste riflessioni può farlo scrivendo a  padre Pio Parisi, via Degli Ortaggi 42  00157 Roma



[1] E’ il titolo di un libro: Pio Parisi “La coscienza politica”, pro manuscripto 1975.

Sorprende l’attualità di questo scritto in quanto si è fatto tutto il contrario di ciò che in esso si proponeva, ed oggi se ne raccolgono i frutti.