SCHEDA DI
PRESENTAZIONE
dì Edoardo Benvenuto
Edoardo Benvenuto è una
delle figure più complesse e poliedriche del mondo scientifico e teologico
dell’Italia contemporanea. Nato a Genova nel 1940, dopo aver compiuto gli
studi classici presso il liceo Colombo, si iscrive, non senza rimpianti per gli
studi filosofici che comunque continuò a coltivare, alla facoltà di
ingegneria, dove diviene uno dei migliori allievi del prof. Baldacci. Dopo la laurea
inizia una brillante carriera di ricercatore e di docente: libera docenza nel
1971, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni nel 1975 presso la
facoltà di Architettura, di cui nel 1980 diventa Preside fino al 1998. Tra gli
innumerevoli saggi scientifici ricordiamo, oltre al suo
Materialismo e pensiero scientifico
del 1974, il fondamentale volume La
scienza delle costruzioni nel suo sviluppo storico, che metteva su nuove
basi l’impostazione della
disciplina e An introduction to the
History of structural Mecanics, del 1991, che sancisce la sua fama a livello
internazionale.
Strettamente intrecciata
a questa produzione scientifica è quella teologica che inizia sulle pagine di Renovatio nel 1968, insieme a Gianni Baget Bozzo, col quale scriverà
due libri, La conoscenza di Dio del
1978 e La figura e il Regno del 1981.
Membro attivo dell’Associazione Teologi Italiani, partecipa ai vari congressi
dell’associazione ed è chiamato a collaborare a diverse riviste tra cui
Rassegna di teologia, Il Regno, Servitium ecc. Nel 1997 esce Il
lieto annuncio ai poveri. Dal 1987 era redattore della rivista Bailamme,
di cui dirigeva il “dizionario teologico”.
La sua formazione
scientifica, filosofica, teologica, si accompagnava ad un interesse singolare
per la musica (aveva conseguito in gioventù il diploma in pianoforte) e per la
pittura, che gli venivano dall’ambiente familiare.
Edoardo Benvenuto muore
improvvisamente nel novembre del 1998, nel pieno della sua maturità, quando,
lasciato l’incarico della Presidenza della Facoltà di Architettura, si
accingeva a ritornare con più assiduità al suo lavoro
scientifico e culturale.
*
E’ difficile
sintetizzare in poche righe l’itinerario della riflessione teologica di
Benvenuto. Possiamo comunque dividerlo in tre periodi.
Il primo periodo è
quello della sua collaborazione al Renovatio
, la rivista del cardinale Siri e del suo pupillo, don Gianni Baget Bozzo. Renovatio è il luogo di formazione, comunque il primo approdo
significativo, della sua produzione teologica.
Si tratta di uscire da
una certa immagine che la rivista ha assunto nella cultura cattolica degli anni
settanta, quella di una rivista reazionaria e anticonciliare. Essa si presenta
piuttosto come uno snodo cruciale di domande e problemi che investono
l’agitata fase dell’immediato post-concilio. Se ne possono sottolineare
alcuni.
Il primo è quello
stesso di Tradizione. Non c’è rinnovamento che nella tradizione. Ma cosa vuol
dire tradizione? La rivista pone in tutta la sua forza questo problema che investe vario
livelli del discorso teologico. Innanzitutto il rapporto tra annuncio e linguaggio che la lo veicola. Rimanere fedele alla
tradizione, pur nell’incessante rinnovamento cui essa spinge, è rimanere
fedeli al suo linguaggio.
Questa
riflessione ne incrociava un’altra non meno importante, riguardante il
rapporto tra teologia e metafisica. La liquidazione della metafisica classica
non comportava un enorme problema per la stessa teologia, dei modi, cioè, di
dire Dio?
Non a caso la battaglia
per la rinascita della metafisica corrispondeva
a quella contro la svolta antropologica in teologia.
Cosa si intende per
svolta antropologica? Il rischio per la teologia di ridursi ad un riverbero
delle scienze umane, il rischio di essere un supplemento d’anima del discorso
culturale, una sua istanza critica interna.
Le scienze umane
divenivano l’ambito di precomprensione della teologia. In un certo senso la
fede, il Vangelo completavano e perfezionavano un discorso già implicito nella
cultura moderna. Il Vangelo rischiava così di diventare un commento di istanze
che avevano altrove la loro origine: vuoi nell’esistenzialismo, vuoi nel
marxismo, vuoi nella fenomenologia.
La riflessione di
Edoardo in questo periodo si muove in una duplice direzione: la ricerca per la
rinascita di una nuova metafisica in un rapporto interiore e serrato con la
scienza moderna e la ricerca di una teologia speculativa che preservasse la
teologia da una subarternità disastrosa rispetto alle scienze umane.
Il secondo periodo della
ricerca di Edoardo di colloca tra la seconda metà degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta ed è segnato da due
libri fondamentali, uno, La
conoscenza di Dio, scritto insieme a Baget Bozzo, l’altro La
figura e il Regno.
E’ questo un periodo
di passaggio decisivo che segna insieme la prosecuzione della ricerca, ma anche
un suo diverso orientamento.
Soprattutto in La
figura e il Regno emerge la figura della “parabola” come strumento
ermeneutico decisivo del linguaggio teologico. La teologia si serve delle
culture come di una tavolozza linguistica per esprimere il suo discorso su dio.
Nessuna cultura è essenziale all’annuncio cristiano, tutte
gli sono indispensabili per parlare in modo comprensibile di Dio.
Negli anni ottanta e
novanta Edoardo è Preside della facoltà di architettura; insieme al lavoro
scientifico, che lo vede indiscusso protagonista nella riforma dell’università
e nel rilancio nazionale e internazionale della “sua” facoltà, continua la
sua ricerca teologica, attraverso la partecipazione attiva ai congressi
dell’ATI (Associazione Teologi Italiani) e i suoi contributi a diverse
rivista, in particolare a Bailamme e a
Il Regno.
La riflessione di
Benvenuto ha per temi fondamentali l’epistemologia teologica e la Chiesa.
Ragione e fede raccoglie i saggi di Edoardo Benvenuto sulla rivista Bailamme,
di cui dirigeva la
sezione teologica. Sono tra
i suoi scritti più ampi ed organici, quelli dove meglio emerge l’itinerario
della sua ricerca. In questi saggi è profondamente ripensato non solo il ruolo,
ma lo statuto epistemologico della teologia contemporanea, in un confronto
serrato e originalissimo con la filosofia e la scienza. La sua pratica
scientifica, la sua rara dimestichezza con la matematica, il suo lavoro sul
campo nella ricerca e insieme lo studio puntiglioso della teologia antica e
contemporanea, lo portano a intravedere in modo
radicalmente nuovo il rapporto tra scienza e fede, tra filosofia e
teologia. “ La varietà delle ipotesi filosofiche che costellano la cultura
post-cristiana e il loro carattere spesso ostile rispetto all’ortodossia
cattolica, non devono turbare: nel loro insieme esse configurano la ‘tavolozza
linguistica’ dalla quale la teologia è chiamata a trovare nuove figure idonee
a mettere in marcia il pensiero alla ricerca della via verso il ‘non
pensato’ che ancora ‘nel pensato già si nasconde’. Le filosofie post-cristiane non
costituiscono la sfera della precomprensione, ma il molteplice universo della
espressività”.
Dagli scritti del
presente volume risulta una specie di summa
della scienza e delle teologia contemporanea in dialogo con l’insieme
della cultura.
Più che verso una
teologia speculativa e la rinascita di una nuova metafisica, le sue riflessioni
proseguono su quella linea della “parabola” che aveva indicato nei lavoro
precedenti. Il resoconto di questa avventura lo si può trovare nella Conversazione
a Monte sole, alla presenza di don Giuseppe Dossetti e della Piccola
Famiglia dell’Annunziata. Dalla Parola al concetto alla Parola. La teologia
partiva dal data rivelato, doveva affrontare la fatica del concetto, per tornare
infine sempre al dato rivelato, che
rimane l’alfa e l’omega del suo incessante
itinerario.
L’altro fuoco della sua ricerca era il grande tema della Chiesa. Un sui libro fondamentale, Il lieto annuncio ai poveri, costituisce da questo punto di vista il suo testamento spirituale. Preoccupava Benvenuto un ritorno di ecclesiocentrismo che rischiava di portare la Chiesa ad essere annuncio di se stessa e non del Nazzareno. Il grande vento conciliare sembrava essersi spento, mentre si assisteva sempre più alla riduzione etica del cristianesimo. Nell’ultimo articolo pubblicato su Bailamme, dal titolo imago Dei Edoardo combatteva la sua ultima battaglia, prima che improvvisamente il male lo strappasse agli amici, alla Chiesa, alla comunità scientifica nazionale e internazionale.