LO ZANNI E LA MORESCA
Alcuni Zanni si aggirano in questo periodo per le strade di Pescorocchiano, comune che insieme a Borgorose, Petrella Salto e Fiamignano forma quella porzione dellex circondario di Cittàducale chiamato Cicolano, proprio ai confini con lAbruzzo.
Tutta questa fascia montuosa dellarea sabina, definizione territoriale utilizzata per l attuale provincia di Rieti che storicamente indica una regione molto più vasta che travalica gli odierni confini regionali, infatti, fino allunificazione nazionale faceva parte del Regno di Napoli e rimase in Abruzzo fino al 1926, quando il regime fascista diede vita alla nuova provincia di Rieti.
Lo zanni è la figura centrale di un rituale chiamato moresca, eseguito secondo alcuni studiosi fino agli anni 30 nel territorio citato pocanzi.
Per quanto ci risulta, il rituale, ancora viene eseguito proprio a Pescorocchiano e zone limitrofe.
Il rituale sembra che tragga origine dalla rievocazione della lotta tra turchi e cristiani, e quindi non potrebbe precedere tali avvenimenti, però, possiamo affermare che danze rituali simili alla moresca con forti componenti apotropaiche esistessero già prima dellinvasione saracena.
Esse si basavano sulla contrapposizione delle forze del bene a quelle del male e svolgevano un ruolo propiziatorio allinterno dei riti agresti del periodo primaverile.
Queste danze quindi, successivamente, sono state storicizzate nella lotta tra cristiani e infedeli in cui si ripresentava lo stesso dualismo tra bene e male, positivo e negativo.
Ecco perché, in alcuni paesi, veniva e viene tuttora eseguita una moresca in cui il tema del conflitto tra cristiani e turchi è totalmente assente.
A combatterle sono gli zanni, arcaiche maschere nelle quali si ritrovano fusi insieme elementi demoniaci e comici, le cui sembianze e gestualità richiamano alla mente i giullari medioevali.
Interessante è la descrizione dello zanni che fa Rodolfo Micacchi nel 1897 :
Vestiva un camiciotto bianco, stretto al collo da una candida trina e sui fianchi da un centurione di cuoio, calzoni pur bianchi terminati da sandali. Il cappello era veramente caratteristico : un cono altissimo in cui era nascosto il capo ed il collo del mascherato, scendente fin sulle spalle, portava sul davanti fissa la maschera come le maschere antiche munite di porta-voce mentre allindietro, in giro, allaltezza della fronte, era adornata da bianchissimi riccioli, forse simulanti i capelli, e dalla cima piovevano ondeggianti in gran numero, nastri multicolori. Dal cinturone pendevano catene e rozze campanelle, quali nei nostri monti suole appendere il pastore alla guida del gregge.
Intorno alla seconda metà dell800, in alcuni paesi, il rituale assunse una forte connotazione anticlericale in quanto veniva effettuato durante il periodo di quaresima.
Lopposizione tra le due entità rappresentate allinterno del rituale, è in perfetta armonia con uno dei temi principali del Carnevale, che è, appunto una opposizione alla quaresima e alla quotidianità della vita.
Culturalmente, per le classi popolari, durante il Carnevale, si verifica una sorta di ribellione al periodo penitenziale e alla precarietà esistenziale di ogni giorno. Lallontanamento del negativo genera una realtà virtuale (positiva) in cui sono tutti posti nella stessa condizione sociale, in cui tutto è lecito, insomma una uguaglianza illusoria che comunque cela in sé la coscienza di una reale disuguaglianza.
GLI ZANNI DI PESCOROCCHIANO
Nel Cicolano, durante il Carnevale, gruppi mascherati in cui era sempre presente la figura del turco e quella dello zannone che era il portavoce del gruppo, si recavano di paese in paese, per fare la questua, e come pagamento ricevevano grano, uova, salami, carne, dolci, ecc..
Ad arrivare per primo nel luogo prescelto era appunto lo zannone, che saltando, danzando, squotendo i campanacci che aveva appesi al cinturone, ne prendeva simbolicamente possesso e, recitando versi in ottava rima annunciava larrivo della compagnia mascherata guidata dal turco. Dopo aver ricevuto i beni alimentari dal padrone di casa, il turco e lo zanni effettuavano i lasciti, cioè versi improvvisati nei quali si augurava la felicità della famiglia senza tuttavia rinunciare a battute satiriche su di essa.
Questo tipo di rituale ancora vive oggi a Pescorocchiano, tanto che Sabato 27 Gennaio, lallegra compagnia mascherata guidata dallo zannone e dal turco ha scorrazzato per il paese, nonostante la pioggia, alternando alle rime lanciate dai due comandanti, scatenate ballarelle, tarantelle e saltarelli. Durante la conquista di molte case del paese, tra un ballo e un bicchier di vino, abbiamo avuto il piacere di ascoltare anche dalla viva voce di alcuni anziani, degli antichi canti della zona. Insomma veramente una bella ed interessante esperienza.
Spesso, in tempi passati si verificava lo scontro tra due gruppi : lo zannone del gruppo degli occupanti, appena avvistato un altro gruppo in arrivo, si recava dallo zanni dellaltro gruppo, e si iniziava un duello combattuto con movimenti giullareschi, versi satirici e sciabole di legno di cui erano entrambi forniti.
Subito dopo lo zannone nuovo arrivato tornava a consultarsi con i suoi, per decidere la ritirata oppure lattacco, e quindi lespugnazione del castello. Se la compagnia dava battaglia, tutti correvano urlando e il turco si fronteggiava con il collega dellaltro gruppo in versi improvvisati, nel quale era fondamentale rispondere con immediatezza. Se non si riusciva, si lasciava il posto ad un altro componente del gruppo fino a quando emergeva la superiorità di uno schieramento. A questo punto gli sconfitti si ritiravano.
Per approfondire largomento si rimanda alla lettura del testo curato da Roberto Lorenzetti La moresca nellarea mediterranea Forni 1991.
Alessandro Mazziotti
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