Il telefono e la sua evoluzione: dalla commutazione manuale alle reti intelligenti.

Nei primi anni 80, la maggior parte dei gestori pubblici cominciò a dotare la propria rete nazionale di impianti di telecomunicazione digitali. Le componenti principali soggette a modifiche tecniche sono state gli impianti di commutazione, di trasmissione e gli apparecchi terminali. Fra queste la commutazione, vale a dire la realizzazione del collegamento tra emittente e ricevente, ha subito nel corso degli anni notevoli modifiche tecniche. Dapprima venne realizzata manualmente, poi meccanicamente, infine sottoposta ad automazione elettronica.

Nella commutazione manuale, operatori umani (centralinisti) realizzavano i collegamenti temporanei tra emittente e ricevente. Tuttavia, non appena il numero di utenti cominciò ad incrementare, vi furono notevoli disfunzioni operative dovute all’intasamento delle centrali telefoniche. In tal modo la commutazione elettromeccanica si pose come rimedio tecnico-operativo, finalizzato alla realizzazione di un migliore flusso di traffico. L’unità di misura adottata per la misurazione del traffico telefonico fu l'erlangs (numero di elementi e di circuiti simultaneamente occupati in media in un'unità di tempo).

Così nel 1889, dodici anni dopo l'invenzione del telefono, A.B. Strowger mette a punto il primo centralino automatico elettromeccanico, entrato in funzione nel 1892. Esso si basava su un principio tecnico detto "passo a passo", costituito da un braccio fissato ad un’asta assiale che si sposta passo passo in verticale e poi in orizzontale fino a stabilire il contatto voluto. Diverse innovazioni puntelleranno in futuro il sistema della commutazione elettromeccanica.

Circa 10 anni dopo, verrà messa a punto la preselezione, vale a dire la predisposizione nella centrale telefonica di 10 selettori ogni 100 abbonati, anziché di un selettore ogni abbonato. All’inizio del secolo viene messo a punto un altro sistema di commutazione elettromeccanico ad un solo movimento rotativo e se ne producono due versioni: Panel negli Stati Uniti e Rotary in Europa. sel rot a mot 52 passi.jpg (17829 byte)Il Rotary si distingue dallo Strowger perché separa la funzione di composizione del numero e di selezione. Attraverso l’ausilio di un nuovo strumento (l'ipsofono), il sistema memorizza il numero richiesto finché il collegamento non è realizzato. È così possibile, nel caso in cui un primo tentativo di collegamento sia fallito, tentarne un altro automaticamente, dato che il sistema conserva in memoria il numero composto dall’abbonato.

Infine il Crossbar, un terzo sistema di commutazione elettromeccanica, verrà adottato in Europa negli anni 30: il collegamento si effettua azionando una barra verticale di selezione per una linea telefonica entrante quindi una barra orizzontale per una linea uscente. L'insieme delle barre costituisce una vera e propria matrice. La generazione dei Crossbar costituisce la serie più evoluta dei dispositivi di commutazione elettromeccanica: attraverso gli strumenti di comando (ipsofoni), gli strumenti di selezione (marcatori), e gli strumenti di collegamento (matrici), il dispositivo può conoscere la situazione di tutti i punti di collegamento.

Tra il 1947 e il 1958 ai laboratori Bell vengono portate avanti le prime ricerche su dispositivi di commutazione automatica elettronica. Questi possono distinguersi in sistemi spaziali e sistemi temporali, cioè sistemi semi-elettronici e sistemi completamente elettronici. In linea generale la differenza tra i due sistemi è sintetizzabile in questo modo: la tecnica spaziale permette ancora la possibilità, come nei dispositivi elettromeccanici, di seguire il percorso del collegamento tra una linea d’entrata e una linea d'uscita. L’unica differenza consiste nella sostituzione di relé elettromeccanici con relé elettronici. Nella commutazione temporale, invece, viene utilizzata la tecnica della "multiplazione" che permette di trasferire centinaia o migliaia di segnali di messaggio su un unico canale di trasmissione. Per i segnali analogici si utilizza la tecnica a divisione di frequenza (FDM), mentre per i segnali digitali si utilizza la tecnica a divisione di tempo (TDM). Nella commutazione temporale così, non si può seguire il percorso del collegamento, perché il segnale d’entrata arriva multiplato nel tempo e collegato con un altro multiplex destinato all'uscita.

Con la commutazione digitale si affermano le cosiddette reti intelligenti, reti che hanno la capacità di elaborare, instradare e immagazzinare l'informazione utilizzando commutatori digitali, computer e database. La funzione dei computer è quella tipica di controllo dei commutatori attraverso appositi software quali lo SPC (Stored Program Control). I data base dialogano con le centrali nel caso in cui siano richieste caratteristiche intelligenti.

Inizialmente la rete intelligente fu associata alla disponibilità di particolari servizi quali numero verde, convalida di carte di credito e servizi di richiamata.

La sua architettura fu introdotta negli Stati Uniti nel 1985 dalla Bellcore (Bell Communications Research) su richiesta dell’Ameritech, una delle compagnie operative regionali della Bell.

L’architettura si basava sul concetto di configurazione a nodo (Feature Node), divenuto il principio base della rete intelligente e si basava su un modello di architettura chiamato Intelligent Network-1 (IN/1). Successivamente, nel 1987, si affermò una versione chiamata Intelligent Network+2 (IN/2). Sotto questa unica definizione (rete intelligente) sono confluiti differenti assetti tecnologici, economici e sociali.

La lunga sequenza di piccole e grandi innovazioni che ha segnato lo sviluppo e l’evoluzione della telefonia ha smussato i tradizionali confini tra telefonia, informatica, e audiovisivi: la rete telefonica da normale infrastruttura di trasmissione della voce è diventata, in tal modo, una rete multimediale integrata capace di veicolare sotto la comune codifica numerica qualsiasi tipo di oggetto segnico.

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