LA TELEFONIA FISSA

Il telefono fisso non è significativamente cambiato negli ultimi vent’anni e ha confermato il proprio ruolo di mezzo di comunicazione e di servizio: dal telefono a disco ai nuovi terminali a tastiera, con diverse opzioni, presenti oggi in molte case e uffici.
Ferma dunque la tecnologia, il mercato è soprattutto esposto all’ingresso di nuovi gestori, prima per le telefonate interurbane e internazionali e, in un secondo momento, per le telefonate urbane, ultima roccaforte del monopolio Telecom. Data la stabilizzazione dell’uso del telefono fisso, oggi la battaglia tra i vari gestori è soprattutto incentrata sulla questione della convenienza delle tariffe.

Malgrado questo, l’abbattimento dei costi mira chiaramente ad ampliare l’uso del mezzo e ad incidere sulle abitudini delle famiglie, stimolando il ricorso a più gestori e la creazione di veri e propri profili tariffari, come già accade nella telefonia cellulare. Un quadro, quindi, già molto variegato: da un lato telefonate interurbane e internazionali, in cui figure come Infostrada, Tele2, Wind hanno già conquistato fette di pubblico abbastanza significative; dall’altro telefonate urbane, che si aprono ora alla concorrenza di altri gestori, comunque condizionati dal divario che li divide da Telecom Italia.

Il fatto è che le telefonate urbane, pur rappresentando il 70% del totale della telefonia fissa, comportano una percentuale sul fatturato complessivo solo del 35%, con margini di guadagno per i nuovi gestori molto ristretti e poco appetibili.
Il vero obiettivo di Wind, Infostrada e quanti tra i 64 concorrenti italiani e stranieri autorizzati decideranno di farsi avanti, è quello di strappare i clienti a Telecom Italia, attraverso tariffe convenienti e servizi utili nel breve periodo, per poi fornire, in futuro, servizi più remunerativi come voce, dati, video-on-demand, Internet.

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