Interpretazione, metodologia e politica di Frederick Steiner
Processo di pianificazione
Il processo di pianificazione è, secondo
Steiner, una progressione lineare, una sequenza logica di attività e
di procedure coordinate, combinate in unopportuna struttura organizzativa.
Tale progressione comprende diversi passaggi:
- lidentificazione dei problemi e
delle opportunità;
- la determinazione degli obiettivi da raggiungere;
- la raccolta dei dati e lanalisi
dellambiente biofisico, possibilmente visto a varie scale, e delle comunità
umane;
- gli studi di dettaglio;
- lo sviluppo delle ipotesi di progetto
e la selezione delle opzioni;
- ladozione del piano;
- linformazione e il coinvolgimento
della comunità interessata;
- la progettazione di dettaglio;
- lattuazione del piano e la sua gestione.
Il processo di pianificazione generale così enunciato
viene poi trattato da Steiner secondo una prospettiva ecologica:
è in questo modo che nasce la pianificazione ambientale, o meglio, la
pianificazione ecologica.
Scopo della pianificazione ecologica è quello di realizzare obiettivi
comprensivi di aspetti sociali, economici e ambientali.
Metodo di progettazione
Il metodo che si propone di utilizzare Steiner deve, in primo
luogo, soddisfare due esigenze fondamentali: deve, cioè, essere in grado
di trascendere gli specifici campi disciplinari e deve essere applicabile a
tutti i livelli di governo. E proprio questo tipo di approccio che risulta
indispensabile per unire sia gli aspetti sociali sia quelli ambientali della
pianificazione ambientale. Un approccio di questo tipo è necessario per
aiutare i pianificatori ad analizzare i problemi di una regione per come sono
connessi gli uni con gli altri, quindi con il paesaggio e con la struttura politico-economica
locale e nazionale. Questo approccio potrebbe essere definito ecologia umana
applicata, per il fatto che ogni problema ambientale è collegato alla
comunità in uno o più modi specifici.
Definizione
di pianificazione ecologica
La pianificazione è un processo che utilizza informazioni
tecniche e scientifiche per prendere in esame, e per cercare il consenso su
un certo numero di scelte.
Lecologia è lo studio delle relazioni di
tutti gli esseri viventi, incluse le persone, con il loro ambiente biologico
e fisico.
La pianificazione ecologica può essere quindi definita
come luso di informazioni biofisiche e socioculturali per mettere in evidenza
le opportunità e i limiti da considerare nellassunzione di decisioni
sulluso del paesaggio.
Metodo di pianificazione
ecologica
Il metodo di pianificazione ecologico è, in primo luogo,
una procedura per studiare i sistemi biofisici e socioculturali di unarea,
per rivelare dove possono essere praticati al meglio certi specifici usi del
territorio. Come Ian McHarg ha ripetutamente sintetizzato nei suoi scritti e
in altri interventi pubblici: "Il metodo definisce le aree migliori per
un potenziale uso del territorio, al punto di convergenza di tutti o di gran
parte dei fattori giudicati propizi e in assenza di tutte o di gran parte delle
condizioni più pregiudizievoli per quel dato uso. Le aree che soddisfano
questo criterio sono giudicate intrinsecamente idonee per luso del territorio
preso in considerazione"(McHarg,
1989).
Tale procedura prevede 11 fasi tra loro interagenti (Steiner,
1991):
- Fase 1 : identificazione dei
problemi e delle opportunità da affrontare nel piano.
Le comunità umane devono confrontarsi con molti problemi e opportunità
di carattere sociale, economico, politico e ambientale. Poiché il paesaggio
è linterfaccia tra i processi sociali e quelli ambientali, la
pianificazione del paesaggio si rivolge alle questioni che riguardano linterrelazione
tra uomini e natura. Il pianeta offre molte opportunità ai suoi abitanti,
ma non mancano i problemi ambientali, e ciascuno di essi rinvierà a
specifiche questioni di pianificazione. Le comunità umane individuano
una o più questioni collegate tra loro; tali questioni costituiscono
dei problemi o delle opportunità.
- Fase 2 : determinazione degli obiettivi.
In una democrazia gli abitanti di una regione determinano uno o più
obiettivi da raggiungere attraverso un processo politico. I rappresentanti
eletti identificano una particolare questione che riguarda la regione; individuate
le questioni, si definiscono gli obiettivi, ovvero i criteri, per affrontarle.
Tali obiettivi costituiscono le basi per il processo di pianificazione.
Gli obiettivi esprimono anche una situazione futura idealizzata. Questo metodo
presume che, una volta stabiliti gli obiettivi, ci sia limpegno da parte
di qualche gruppo ad affrontare il problema e/o a sviluppare le opportunità
identificate nella fase 1. I problemi e le opportunità possono essere
identificati a vari livelli: locale, nazionale, internazionale, globale. Anche
i criteri per affrontare e risolvere i problemi, di cui la definizione degli
obiettivi è una parte, possono essere stabiliti a più livelli
o combinazione di livelli.
Sebbene la determinazione degli obiettivi dipenda principalmente dal sistema
politico-culturale, le persone coinvolte da uno o più obiettivi dovrebbero
partecipare alla loro definizione.
Malgrado gli obiettivi autogenerati siano lideale, troppo spesso questi
sono stabiliti da livelli amministrativi più alti. Molte leggi statali
definiscono obiettivi di pianificazione di natura vincolante per le amministrazioni
locali, che spesso provocano conseguenze inattese a livello territoriale.
E necessario quindi mettere insieme tutte le informazioni che permettano
ai rappresentanti eletti di risolvere le questioni che possono emergere, qualunque
sia il livello amministrativo che definisce gli obiettivi.
- Fase 3 : analisi del paesaggio. Il livello regionale.
Questa fase, così come quella successiva, riguarda linterrelazione
tra livelli di scala. Questo metodo considera tre livelli di scala diversi:
la regione, la località e il sito specifico, con unattenzione
particolare per il livello locale.
Luso di scale diverse ha a che fare con il concetto di livelli di organizzazione,
usato dagli ecologisti, secondo il quale ogni livello di organizzazione possiede
specifiche proprietà.
- Fase 4 : analisi del paesaggio. Il livello locale.
Lo scopo principale dellanalisi a livello locale è quello di
ottenere una visione più approfondita dei processi naturali, delle
attività e dei programmi delle comunità. Questi processi possono
essere considerati come elementi di un sistema e il paesaggio come espressione
visiva di tale sistema.
Questa fase del processo di pianificazione ecologica, così come quella
precedente, prevede la raccolta di informazioni sugli elementi fisici, biologici
e sociali che caratterizzano larea di piano.
Le pubblicazioni e le cartografie esistenti costituiscono il modo più
facile e veloce per disporre di informazioni. Se le risorse finanziare e il
tempo a disposizione lo permettono, allora la fase di analisi si realizza
meglio se si utilizza un gruppo interdisciplinare che comporta la ricerca,
la raccolta, il controllo sul campo e la mappatura dei dati.
- Fase 5 : studi di dettaglio.
Si elaborano gli studi di dettaglio che collegano le componenti e le informazioni
ottenute dalle analisi ai problemi, alle opportunità e agli obiettivi
precedentemente determinati.
Un esempio degli studi di dettaglio è lanalisi di idoneità
che, come è stato proposto da Ian McHarg, può essere utilizzata
per determinare lattitudine a diversi usi del territorio di uno specifico
luogo, sulla base di unesauriente raccolta di dati e dei valori ad essi
attribuiti dagli utenti.
Lo scopo di base degli studi di dettaglio è di riuscire a comprendere
le complesse relazioni tra gli interessi e i valori umani, le opportunità
e i limiti ambientali e le questioni che devono essere affrontate. Per realizzare
tutto ciò è necessario collegare gli studi più generali
con la situazione locale, utilizzando più scale di lettura al fine
di esplorare anche i collegamenti tra i diversi livelli.
- Fase 6 : ipotesi progettuali, opzioni e scelte
di pianificazione.
Questa fase riguarda lo sviluppo di ipotesi progettuali. Tali ipotesi possono
essere considerate come opzioni per il futuro; sono basate sulle idoneità
per un determinato uso e costituiscono un modello ideale per affrontare i
problemi o per raggiungere gli obiettivi. Spesso devono essere delineati più
scenari alternativi. Le ipotesi progettuali sono basate sullunione,
logica e creativa, di tutte le informazioni ottenute nelle fasi di raccolta
di dati e di analisi. Il modello ideale mostra lallocazione di usi e
di attività. Gli scenari definiscono le direzioni possibili di gestione
dellarea e quindi devono essere considerati come base per la discussione
delle scelte per lassetto futuro, che devono essere compiute dallinsieme
della comunità.
Le scelte dovrebbero essere basate sugli obiettivi della pianificazione.
- Fase 7 : piano del paesaggio.
Le ipotesi progettuali e le opzioni sono quindi inserite nel piano del paesaggio.
Questo contiene una strategia di sviluppo a scala locale e fornisce delle
linee guida flessibili per chi elabora le politiche di piano, per chi gestisce
il territorio e per gli utenti su come sviluppare, ricostruire o conservare
unarea.
Il piano dovrebbe disporre di sufficienti gradi di libertà per permettere
ai funzionari locali, così come agli utenti del territorio, di adattare
le loro azioni alle nuove esigenze economiche o alla trasformazioni sociali.
Questa fase costituisce un punto chiave nell'assunzione di decisioni inerenti
al processo di pianificazione.
Lespressione "piani del paesaggio" è usata per sottolineare
che tali piani dovrebbero sviluppare delle riflessioni su problematiche sia
naturali che sociali. Un piano del paesaggio è più di un piano
duso del territorio, perché affronta la sovrapposizione e lintegrazione
di diversi usi.
- Fase 8 : informazione e coinvolgimento continuo
dei cittadini e della comunità.
Il successo di un piano dipende in gran parte da quanto le persone interessate
dalle decisioni sono state coinvolte nella sua definizione.
Dal principio alla fine del processo, in modo sistematico, si conduce unattività
di informazione e di coinvolgimento dei cittadini.
Questo coinvolgimento è importante in ogni fase, ma lo è soprattutto
in questa, quando il piano viene spiegato al pubblico interessato.
- Fase 9 : progettazione di dettaglio.
Si elaborano i progetti di dettaglio per siti specifici o per gli utenti del
territorio.
- Fase 10 : attuazione del piano e dei progetti.
Si rendono attuativi questi progetti e il piano definiti nella fase precedente.
- Fase 11 : amministrazione e gestione.
Si arriva al momento della amministrazione e della gestione del piano.
Ogni fase può modificare la fase precedente e, alternativamente,
essere mutata dalla fase che segue. Ogni fase del processo contribuisce a, ed
è influenzata da, un progetto e dalle modalità di attuazione;
entrambi possono essere visti come i risultati del processo, anche se ogni singola
fase può fornire esiti parziali.
Lapproccio alla pianificazione ecologica sviluppato da
McHarg è leggermente diverso da quello presentato da Steiner. Il modello
di McHarg dà maggiore rilievo alle fasi di censimento, di analisi e di
sintesi. Il modello di Steiner invece conferisce maggiore importanza alla determinazione
degli obiettivi, alla realizzazione e alla gestione del piano e alla partecipazione
del pubblico, tutto secondo una prospettiva ecologica.
Analisi di
idoneità
Per approfondire le interrelazioni tra popolazione umana e natura
e per costruire le alternative per gli usi futuri, uno dei metodi di studio
utilizzati da Steiner è lanalisi di idoneità.
Una valida definizione dellespressione analisi di idoneità
è "consultare il genius loci". Lidoneità del suolo
può essere definita come lappropriatezza di una data porzione di
suolo per un uso definito. Le differenze nel grado di idoneità sono determinate
dalla relazione, effettiva o prevista, tra i benefici e i cambiamenti richiesti
associati con luso dellarea in questione. Lanalisi di idoneità
è considerata il processo di determinazione dellappropriatezza
di una data porzione di territorio a un uso specifico.
Esistono diversi approcci allanalisi di idoneità.
Qui di seguito vengono proposti due esempi:
Metodo messo a punto dal SCS (Soil Conservation
Service)
Il sistema è articolato in due fasi:
- valutazione del suolo agricolo (LE);
- stima dei siti agricoli (SA).
La valutazione del suolo agricolo è un processo di stima
della qualità dei suoli di una data area che porta ad una articolazione
dei suoli in dieci gruppi, che vanno dal più adeguato al meno adeguato
per uno specifico uso agricolo. Per ogni gruppo viene stabilito un valore relativo.
Lindice LE valuta la qualità del suolo per uso agricolo fondendo
quattro sistemi di classificazione:
- la classificazione della capacità del suolo determina
i gradi di limitazioni agricole inerenti ai suoli di una certa area. Permette
ai pianificatori di usare il sistema per pianificare e realizzare programmi
a livello statale e regionale;
- la classificazione dei suoli agricoli importanti permette
ai pianificatori di identificare suoli agricoli di prima qualità e
altri suoli importanti a livello locale. Luso dei criteri nazionali
per la definizione dei suoli agricoli di prima qualità fornisce un
riferimento costante per comparare suoli agricoli locali con suoli agricoli
di altre aree;
- la produttività del suolo collega il punteggio LE allindustria
agricola locale sulla base della produttività rispetto a un raccolto
specifico scelto con funzione di indicatore. Luso di entrambe le classificazioni,
della produttività e della capacità dei suoli, dovrebbe fornire
alcune indicazioni sul reddito netto relativo assumibile per ogni categoria
di suolo;
- nel sistema LE i potenziali del suolo rispetto specifici raccolti
usati come indicatori sono preferibili agli indici di produttività
del suolo. Le valutazioni dei potenziali del suolo classificano i suoli in
base ad uno standard prestazionale e alla valutazione dei costi per il superamento
delle limitazioni, oltre ai costi dovuti alle limitazioni non eliminabili,
se ne esistono. Le classi così individuate permettono al pianificatore
una maggiore comprensione dellindustria agricola locale.
Anche se il valore dato dal sistema LE fornisce una buona indicazione della
qualità relativa di un suolo per un uso agricolo particolare, non prende
in considerazione le implicazioni connesse allubicazione, alla distanza
dai mercati, agli usi del suolo contigui, allo zoning e ad altre considerazioni
che determinano lidoneità di un suolo. In altre parole, il valore
agricolo relativo è soltanto uno dei molti attributi di un sito che devono
essere considerati dai pianificatori e da coloro che devono assumere decisioni
sulluso del territorio.
Di conseguenza, il SCS ha creato il sistema SA, per prendere
in considerazione alcuni di questi attributi nel processo decisionale. Tali
attributi, inclusi nel sistema SA, formano sette gruppi:
- uso agricolo del suolo;
- fattori di accessibilità al mercato agricolo;
- norme duso del suolo e concessioni fiscali;
- alternative alluso proposto;
- impatto delluso proposto;
- compatibilità con i piani di sviluppo comprensivi;
- infrastrutture urbane.
Metodo di McHarg
La spiegazione più nota dellanalisi di idoneità
è stata data da McHarg nel 1969.
Il metodo consiste nellidentificare larea interessata
come costituita da determinati processi, nella terra, nellacqua, nellaria,
che rappresentano dei valori. Questi valori possono essere disposti secondo
una graduatoria: il terreno di valore massimo e quello di valore minimo, le
risorse idriche più preziose e quelle meno preziose, i terreni agricoli
più produttivi e quelli meno produttivi, gli habitat più ricchi
e quelli senza alcun valore, le zone di grande e scarsa bellezza panoramica,
la presenza o lassenza di edifici storici, e così via.
Lesito della analisi di idoneità del suolo consiste
in una serie di mappe, una per ciascun uso del suolo, che indica quale livello
di idoneità caratterizza ogni singola porzione del territorio. Questo
esito permette e orienta, poi, due successivi passaggi necessari per ogni metodo
di valutazione:
- la procedura per identificare porzioni omogenee di suolo;
- la procedura per valutare tali porzioni a seconda delle rispettive
idoneità per ogni uso.
Una delle caratteristiche più interessanti del metodo è che si
può utilizzare sia per la conservazione delle risorse che per il loro
sviluppo. Se, dunque, uno degli obiettivi è di promuovere una pianificazione
che mantenga un equilibrio tra conservazione e sviluppo, questo metodo sicuramente
ne tiene conto. Per conservazione si intende la gestione delluso
da parte delluomo della biosfera per ottenere il più grande beneficio
sostenibile per le generazioni attuali, mantenendo pur sempre un potenziale
di risorse per soddisfare i bisogni e le aspirazioni future. Per sviluppo
si intende la modificazione della biosfera e limpegno di risorse umane,
finanziarie, viventi e di ogni altro tipo, per soddisfare i bisogni umani e
migliorare la qualità della vita. Il metodo di analisi di idoneità
di McHarg è in accordo con entrambe le definizioni.
Glossario
Pianificazione: è stata definita sia come
lutilizzazione del sapere scientifico e tecnico al fine di proporre alternative
per assumere decisioni, sia come un processo per ottenere il consenso su un
insieme di alternative. Steiner è daccordo con John Friedman (1973)
nel sostenere che la pianificazione collega il sapere con lazione. La
pianificazione può essere distinta in:
- pianificazione progettuale: ha
a che fare con la progettazione di uno specifico manufatto, come una diga,
una strada, un porto, un singolo edificio o un gruppo di edifici;
- pianificazione comprensiva: comporta una vasta gamma
di scelte relative a tutte le funzioni e le attività proprie di unarea
e ha come obiettivo intrinseco la risoluzione di problemi e di contraddizioni,
anche facendo ricorso a mediazioni e a forme di compensazione tra i soggetti
coinvolti.
Gestione: è stata definita come luso oculato di mezzi
per ottenere lesito desiderato. Raggiungere gli obiettivi promossi dalla
comunità comporta la collaborazione tra più soggetti. Molti, in
effetti, considerano pianificazione e gestione come distinte soltanto dal punto
di vista semantico: la gestione delle risorse può costituire un obiettivo
del processo di pianificazione; viceversa, la pianificazione può essere
considerata come un metodo di gestione.
Uso del territorio: è unespressione che si spiega da sé.
Con "territorio" si intende di solito linsieme delle zone costituenti
la superficie terrestre, siano esse asciutte o bagnate. La stessa porzione di
superficie terrestre può essere utilizzata dalluomo per molteplici
attività: un porto può avere scopi commerciali, industriali o
ricreativi; un campo, oltre che a fini agricoli, può essere utilizzato
a fini speculativi e ricreativi. Tutte le attività umane sono in un modo
o nellaltro collegate con il territorio.
Paesaggio: è connesso alluso del territorio.
Le caratteristiche compositive di una zona della superficie terrestre che la
distinguono da unaltra costituiscono il paesaggio, che è quindi
una combinazione di elementi (campi, colline, foreste, masse dacqua e
centri abitati). Il paesaggio comprende tutti gli usi del territorio (residenza,
trasporto, agricoltura, tempo libero e aree naturali) ed è un insieme
combinato di questi usi. Un paesaggio è molto più che di un panorama:
è la somma delle parti che possiamo vedere con gli occhi.
Ecologia: deriva da "oikos", termine greco che
significa "casa". Una definizione più estensiva vede lecologia
come lo studio delle relazioni tra tutti gli esseri viventi e tra loro e lambiente
fisico e biotico. Gli uomini sono esseri viventi, ovviamente, e quindi sono
coinvolti nelle relazioni ecologiche.
Tradizione
di riferimento
Principali punti di riferimento per l'opera di Steiner sono:
- Aldo Leopold: biologo faunista dellUniversità
del Wisconsin; è stato forse il primo a parlare, già negli anni
30, di "etica ecologica" per la pianificazione.
- Lewis Mumford e Benton MacKaye: si unirono allimpostazione
di Aldo Leopold e furono fortemente influenzati da Patrik Geddes e Ebenezer
Howard.
- Patrik Geddes: biologo e urbanista scozzese.
- Ebenezer Howard: sostenitore delle città-giardino.
Tra gli altri che hanno proposto e sviluppato approcci ecologici per la pianificazione
vi sono:
- G. Angus Hill, 1961, esperto canadese di foreste
- Artur Glikson, 1955, architetto e urbanista
israeliano
- Philip Lewis, 1969, architetto del paesaggio
americano
- Ian McHarg, 1969, architetto del paesaggio
americano
- Anne Spirn, 1984, architetto del paesaggio
americano
- John Lyle, 1985, architetto del paesaggio americano
- Jon Berger, 1985, pianificatore regionale americano
- Jean Tarlet, 1985, geografo e pianificatore
francese