Cebete - Lezioni di Filosofia

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E. Husserl

Edmund Husserl

Sommario

1. La vita

2. Opere

3. La sua filosofia

Edmund Husserl

(Prossnitz 1859 - 1938)

1. Vita

N....

2. Opere

... (18)

... (18)

U.D. 3

Unità didattica n. 3
Cfr. ...

La sua filosofiaTorna all'inizio

La metafisica di Hegel aveva perso la realtà nel soggetto assoluto.
L’anti-metafisica di Nietzsche aveva annullato tutto fuorché il soggetto, anzi anch’esso.
In entrambi i casi la realtà si è perduta.

Husserl promuove un ritorno alla realtà, alla verità come da essa e dalla sua apprensione scaturisce.
Il riferimento, pertanto, non può che essere alla filosofia che ha preceduto la svolta idealista: Kant.

La conoscenza muove dai FATTI qui ed ora.
Tali fatti SI DANNO ALLA COSCIENZA.

Di tali fatti la coscienza INTUISCE DATI ed ESSENZE. Nel dato la coscienza coglie l’essenza. In questo suono, il suono.
L’individuale si annuncia alla coscienza solo nella forma dell’universale.

L’assoluta universalità di Hegel perdeva l’individuale, l’assoluta devastazione di Nietzsche perdeva l’universalità.
Ma
nell’atto conoscitivo tali elementi sono congiunti: l’universale si ha grazie al dato di fatto individuale e l’individuale si presenta alla coscienza sotto vesti universali.

Non è che noi astraiamo dal dato l’essenza. Ma noi cogliamo nel dato l’essenza. I fatti sono stupidi, del resto. Stupidi ma reali! (l’astrazione, come la comparazione, l’analisi e la sintesi si fanno solo su essenze o idee).

La conoscenza delle essenze è INTUIZIONE!
Intuizione dei dati di fatto (della singolarità) e intuizione delle essenze (INTUIZIONE EIDETICA).

Le idee o essenze sono INVARIANTI (i modi tipici dell’apparire) ma non sono reali. Reali sono i fatti.

La Fenomenologia è quindi la scienza dell’esperienza ma non dei dati di fatto. L’oggetto della fenomenologia sono le essenze dei dati di fatto.
Si tratta cioè di operare una RIDUZIONE EIDETIA, ossia nella descrizione del fenomeno che appare alla coscienza noi dobbiamo prescindere dagli aspetti meramente empirici.

Ecco spiegata la matematica: essa in QUESTO coglie il QUID.

ORA la coscienza è caratterizzata dalla INTENZIONALITA’.
Quando
percepisco, ricordo, immagino, penso… mi riferisco sempre a QUALCOSA.

Una cosa è immaginare, pensare, ricordare ossia l’apparire del dato … e una cosa è ciò che è immaginato, pensato, ricordato. Il primo è la NOESI… il secondo è il NOEMA.

Il soggetto è colui che è capace di atti di coscienza e quindi di noesi, l’OGGETTO invece è quanto si manifesta in questi atti.

È ovvio quindi (!) che la noesi può avere come noema tanto un dato di fatto quanto un’essenza.
In più, SI CONOSCE ciò che appare e si VIVE nell’apparire di ciò che appare.

L’intenzionalità della coscienza prescinde dal REALISMO o IDEALISMO: se si pensa, si pensa sempre qualcosa a prescindere dal fatto che questo qualcosa esista realmente.

ORA, non conta tanto sapere se il qualcosa esiste realmente. Ma, kantianamente, il modo in cui tale qualcosa si manifesta. Così distingueremo le scienze dalle non scienze.

Ora Kant distingueva ciò che appare da ciò che è in sé. Husserl NO. Io, del resto, non sento l’apparenza della musica. IO SENTO LA MUSICA.
Quindi
OGNI INTUIZIONE E’ DI DIRITTO FONTE DI CONOSCENZA. Ciò che mi si presenta è la realtà, ma per me è solo nel momento in cui mi si presenta.

Di conseguenza tutte le evidenze e le precomprensioni di un “atteggiamento naturale” vanno messe tra parentesi. Non che non siano vere. L’uomo ne ha bisogno per vivere. Ma il filosofo non può fondarvi sopra alcuna scienza (RIDUZIONE FENOMENOLOGICA).

L’unica cosa che è indubitabile è, cartesianamente, la coscienza stessa o soggettività intenzionale. Il COGITO, quindi, con i suoi COGITATA (la coscienza è il RESIDUO FENOMENOLOGICO).

Tutto ciò che è lo è in quanto COSTITUITO dalla coscienza.

ESITI della FENOMENOLOGIA:
-
        
il modo del darsi delle cose alla coscienza è determinato dalla coscienza stessa (HUSSERL).
-
        
il modo del darsi delle cose alla coscienza è determinato dalle cose stesse (Max SCHELER).

 
 
 

Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003


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