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E. Husserl |
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3. La sua filosofia |
Edmund Husserl (Prossnitz 1859 - 1938)
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U.D. 3
Unità didattica n. 3 |
La sua filosofia
La metafisica di Hegel aveva perso la realtà nel soggetto
assoluto.
Husserl promuove un ritorno alla
realtà, alla verità come da essa e dalla sua
apprensione scaturisce.
La conoscenza muove dai FATTI qui ed ora.
Di tali fatti la coscienza INTUISCE DATI
ed ESSENZE. Nel dato la coscienza coglie l’essenza. In questo suono, il
suono.
L’assoluta universalità di Hegel perdeva
l’individuale, l’assoluta devastazione di Nietzsche perdeva l’universalità. Non è che noi astraiamo dal dato l’essenza. Ma noi cogliamo nel dato l’essenza. I fatti sono stupidi, del resto. Stupidi ma reali! (l’astrazione, come la comparazione, l’analisi e la sintesi si fanno solo su essenze o idee).
La conoscenza delle essenze è INTUIZIONE! Le idee o essenze sono INVARIANTI (i modi tipici dell’apparire) ma non sono reali. Reali sono i fatti.
La Fenomenologia è quindi la scienza dell’esperienza ma non
dei dati di fatto. L’oggetto della fenomenologia sono le essenze dei dati di
fatto. Ecco spiegata la matematica: essa in QUESTO coglie il QUID.
ORA la coscienza è caratterizzata dalla
INTENZIONALITA’. Una cosa è immaginare, pensare, ricordare ossia l’apparire del dato … e una cosa è ciò che è immaginato, pensato, ricordato. Il primo è la NOESI… il secondo è il NOEMA. Il soggetto è colui che è capace di atti di coscienza e quindi di noesi, l’OGGETTO invece è quanto si manifesta in questi atti.
È ovvio quindi (!) che la noesi
può avere come noema tanto un dato di fatto quanto
un’essenza. L’intenzionalità della coscienza prescinde dal REALISMO o IDEALISMO: se si pensa, si pensa sempre qualcosa a prescindere dal fatto che questo qualcosa esista realmente. ORA, non conta tanto sapere se il qualcosa esiste realmente. Ma, kantianamente, il modo in cui tale qualcosa si manifesta. Così distingueremo le scienze dalle non scienze.
Ora Kant distingueva ciò che appare da ciò che è in sé. Husserl
NO. Io, del resto, non sento l’apparenza della
musica. IO SENTO LA MUSICA. Di conseguenza tutte le evidenze e le precomprensioni di un “atteggiamento naturale” vanno messe tra parentesi. Non che non siano vere. L’uomo ne ha bisogno per vivere. Ma il filosofo non può fondarvi sopra alcuna scienza (RIDUZIONE FENOMENOLOGICA). L’unica cosa che è indubitabile è, cartesianamente, la coscienza stessa o soggettività intenzionale. Il COGITO, quindi, con i suoi COGITATA (la coscienza è il RESIDUO FENOMENOLOGICO). Tutto ciò che è lo è in quanto COSTITUITO dalla coscienza.
ESITI della FENOMENOLOGIA: |
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Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003 |
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